«L'inadeguatezza caratterizza l'atteggiamento verso la scuola»

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PESARO E' diventata virale sui social la riflessione sulla scuola che...

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PESARO E' diventata virale sui social la riflessione sulla scuola che il sociologo e saggista Giovanni Boccia Artieri, professore di Scienze della comunicazione all'Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, ha proposto attraverso la sua pagina Facebook. «L'inadeguatezza - scrive - è lo stato che caratterizza l'atteggiamento verso la scuola. Una inadeguatezza che si misura sul dibattito relativo ai monobanchi e alle incertezze sull'avere spazi adatti per le classi, sulla costante incertezza (incuranza) su come dovremo gestire il rapporto online/offline dell'offerta didattica (perché l'idea di tutti in classe è solo propaganda mentale). Abbiamo avuto mesi per affrontare quello che sarà da settembre e prepararci. Abbiamo preferito aspettare, perché l'attesa significava allentamento delle regole, speranze nel vaccino, ecc. Altra propaganda mentale (spesso nelle teste dei decisori). Pochi adeguamenti strutturali delle scuole per gestire presenza e online; nessuna formazione ai docenti che - se va bene - hanno tenuto fino a giugno monologhi davanti a uno schermo riempito di videocamere spente dei loro alunni; dirigenti che hanno tardato a prendere decisioni e dare indirizzi e che ora si impegnano a preoccuparsi dei monobanchi a rotelle; la politica che avrebbe dovuto assumersi l'onere di indirizzi chiari già a marzo. All'Università è andata un po' meglio - la capacità di reazione collettiva e il fatto di avere a che fare con maggiorenni ha aiutato non poco. Ma anche per l'Università settembre rappresenta una sfida: quella di una trasformazione di sistema, sia con adeguamenti strutturali, che con soluzioni pedagogiche - sono diversi gli Atenei ad aver costruito un percorso in tal senso e l'esperienza di massa con il digitale ha posto questioni fondamentali su metodi di insegnamento e di verifica dell'apprendimento. L'inadeguatezza, se abbracciata e resa consapevole, può fare anche da stimolo per le trasformazioni che ci attendono. Siamo inadatti è il punto di inizio di un adattamento costante che richiede però di essere veloce e sostenuto e economicamente. Ed è già tardi, dobbiamo accelerare, e per questo serve visione e cuore. Il cuore senza una visione produce solo palpitazioni, quelle che stiamo vivendo».

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Corriere Adriatico