L'EMERGENZA FERMO Medici di medicina generale pronti a scendere in campo per

L'EMERGENZA FERMO Medici di medicina generale pronti a scendere in campo per
L'EMERGENZA FERMO Medici di medicina generale pronti a scendere in campo per i tamponi rapidi. A patto di poterlo fare in sicurezza. Sarebbe convinta a rispondere sì all'appello...

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L'EMERGENZA
FERMO Medici di medicina generale pronti a scendere in campo per i tamponi rapidi. A patto di poterlo fare in sicurezza. Sarebbe convinta a rispondere sì all'appello di Filippo Saltamartini, buona parte dei medici di famiglia del Fermano. L'assessore regionale alla Sanità vorrebbe coinvolgerli, insieme ai farmacisti, in un massiccio tamponamento dei marchigiani. Mentre il numero dei contagi si impenna, la nuova amministrazione regionale vorrebbe raddoppiare i test giornalieri, che si aggirano sui 2.200. Va da sé che i drive-in non basteranno più per eseguirli. In quello di via Leti, ogni giorno, si fanno circa 500 tamponi, tra quelli del Dipartimento di prevenzione e quelli prescritti da pediatri e medici di famiglia. Da qui, la volontà di coinvolgere questi ultimi ed, eventualmente, i farmacisti nel tamponamento di massa che la Regione starebbe organizzando per mappare i contagi. «Siamo pronti a metterci a disposizione, ma valutando, caso per caso, la possibilità di garantire le norme di sicurezza. Da parte nostra, non c'è alcuna preclusione per principio, ma ognuno dovrà fare la sua parte». A parlare è Anna Maria Calcagni, a capo dell'Ordine dei medici di Fermo, l'organismo che, in questi giorni, sta rinnovando il Consiglio. La presidente uscente era il lizza per un nuovo mandato. Oggi si saprà se è stata riconfermata.

Il carico di lavoro
«In questa fase spiega , il carico sulle spalle del medico di medicina generale è molto forte. Noi non ci tiriamo indietro, ma pretendiamo sicurezza. Non tutti i medici saranno in grado di poter fare i tamponi, per le dimensioni non adeguate dei loro ambulatori. Per questo, più riusciamo a portare il servizio a domicilio del paziente e meglio è». Tra gli interventi promessi da Saltamartini c'è il potenziamento delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. Quelle dell'Area vasta 4 partono da Sant'Elpidio a Mare e coprono tutta la provincia. Equipe di medici e infermieri che fanno i tamponi a domicilio e che dovrebbero essere potenziate. Ma per Calcagni non basta. Secondo la presidente uscente dei medici, dovrebbero essere coinvolti anche i farmacisti. «Garantirebbero una capillarità sul territorio dice evitando assembramenti negli studi dei medici. Più mappiamo la popolazione e meglio è. Per questo andrebbero coinvolti tutti quelli che sono in condizione di fare i tamponi». La strategia della Regione passa anche per i vaccini antinfluenzali, che si proverà a raddoppiare. Missione impossibile secondo il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Area vasta 4, Giuseppe Ciarrocchi. «Non c'è speranza. Non ci sono vaccini per tutti», aveva detto pochi giorni fa, senza lasciare spazio all'ottimismo. «Bisogna aumentare con una certa urgenza l'approvvigionamento. Quest'anno, la somministrazione è iniziata prima. Quindi, per le categorie non a rischio, ci sarebbe il tempo per liberalizzare l'accesso al vaccino tramite le farmacie», dice Calcagni e conclude: «Prima hanno invitato la popolazione a vaccinarsi. Poi dicono che i vaccini non ci sono per tutti. Si sono create pressioni sui medici che hanno i vaccini contingentati».
Il Comune

Problemi di organizzazione segnalati anche dal sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira: «La Regione - dice - non riesce ad aggiornare con tempestività i dati che invia ai sindaci. Il virus corre molto più velocemente anche nella nostra città, tanto che la dirigente dell'Isc Nardi ha dovuto sospendere l'attività didattica in 5 classi, tra primaria e medie, per altrettanti casi di positività. Inoltre alcuni sangiorgesi si trovano ricoverati in ospedale avendo manifestato serie difficoltà respiratorie. Sono momenti difficili: l'assessorato ai Servizi sociali con il Gruppo Volontari di Protezione civile e la Croce Azzurra hanno ricostituito la rete di assistenza alle persone bisognose di aiuto come malati e famiglie in quarantena».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico