IL REPORTAGE ANCONA «Gli atti sono finiti?». Occhi gonfi, lampo nello

IL REPORTAGE ANCONA «Gli atti sono finiti?». Occhi gonfi, lampo nello
IL REPORTAGE ANCONA «Gli atti sono finiti?». Occhi gonfi, lampo nello sguardo. Giovedì ore 13: il secondo piano della Questura è percorso da un mix di stanchezza ed...

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IL REPORTAGE
ANCONA «Gli atti sono finiti?». Occhi gonfi, lampo nello sguardo. Giovedì ore 13: il secondo piano della Questura è percorso da un mix di stanchezza ed elettricità, lo sfinimento venato d'adrenalina di una notte in bianco terminata all'alba con la chiusura di un'operazione: l'autore di un presunto stupro fermato dopo la denuncia di una donna che dice di essere stata graffiata prima degli abusi. L'uomo deve essere portato in ospedale per prendere frammenti di tessuto sotto le unghie. Ma è già l'ora di organizzare i turni del pomeriggio: la sicurezza non aspetta, ordina il questore Cracovia. Ore 13,45 inizia il briefing in sala riunioni. Lo apre Cinzia Nicolini, Capo di Gabinetto della Questura.

La scacchiera
Il territorio è diviso in due maxi aree, una affidata ai carabinieri e due alla polizia. Il sostituto commissario Franco Pechini coordina: «Ci divideremo in zone, controlleremo un parco a rischio per spaccio, a Posatora, un altro parco agli Archi, la zona del Piano, in particolare la piazzetta della Coop, la stazione con la Polfer. Faremo posti di controllo in zona sud all'altezza dell'Ikea e in via Filonzi, e nelle frazioni da Candia a Varano: chi ruba nelle case fa sopralluoghi il pomeriggio, con il sole». Si passa alla fase operativa. Due gruppi: «Il primo con un'auto della Stradale e un pattuglia del Reparto prevenzione crimine a sud e nelle frazioni. Secondo gruppo: una pattuglia del Reparto prevenzione crimine, i Cinofili e un'auto della questura va in zona Archi Piano, stazione e centro». La raccomandazione: «Comunichiamo alla sala operativa posizione e soggetti che vanno trattati con tutti gli accertamenti possibili, specie quelli con precedenti per furto».
Lo scippatore

Infine: «In zona via Maratta gira uno scippatore che avvicina le anziane per strappare borse. È gentile, nel senso che non usa violenza, ma ha già colpito due volte. L'identikit: abbastanza giovane, non molto alto, vestito di scuro e parla italiano. Entra in azione tra il mercato e la chiesa del Sacro Cuore verso le 18 quando è buio e le vecchiette vanno alla messa». Ore 14, fine riunione, si va in strada: 18 uomini, tutti fuori. Ore 14,55. La trasmittente gracchia: è la volante di piazza Ugo Bassi. «Abbiamo fermato un'auto, a bordo ci sono tre extracomunitari, procediamo alla perquisizione. Sono tre ragazzi». Negativo. Ore 15,15 al parco di Posatora ci sono una Volante e i cinofili. Occhi puntati sul lato ex Salesiani, spesso teatro di spaccio. Annusa, tira, salta Edox, pastore tedesco di 4 anni, da due nella squadra antidroga. Uno dei quattro detective a 4 zampe della Questura: gli altri sono Ermes, l'ultimo arrivato, splendido malinois; lo spietato labrador Walle (lui ha violato la stamberga dei pusher in via Pergolesi); Margot, la lady del gruppo. Edox guida il drappello di agenti attorno ai due campetti da calcio, si arrampica sulla porta chiusa dello spogliatoio. Rete di recinzione rotta, erba incolta, servirebbe un po' di decoro, per allontanare mele marce. Oggi non se ne vedono. Qui tutto bene, si torna in auto. Ore 15,40. Via Giordano Bruno, nel vicolo stretto che s'insinua tra palazzi macchiati di vecchio e sbuca nella piazzetta della Coop, due agenti perquisiscono due giovani di colore. Uno ha le scarpe gialle, sfrontate come l'atteggiamento: «Di dove sei? Che fai qui? Svuota tutte le tasche», fa l'agente. Sul gradino si forma una pila con portafoglio e cianfrusataglie varie: accendino, pacchetto di fazzoletti, sigarette. È nervoso il giovanotto, prova ad accenderne una: un poliziotto lo gela: «Eh no, adesso no». L'altro straniero accanto, più calmo e macilento, ha le tasche rivoltate pure lui. Restano così per dieci minuti, il tempo dell'accertamento con il sistema informatico interforze, ci pensa un agente che maneggia un tablet.
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Corriere Adriatico