FERMO Si prepara la manifestazione di piazza ad Ancona con la Confcommercio, in

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FERMO Si prepara la manifestazione di piazza ad Ancona con la Confcommercio, in collegamento con Roma e tutt'Italia. Obiettivo dei ristoratori fermani che aderiscono alla protesta nazionale di domani è riaprire, possibilmente il 20 aprile. Nemmeno la zona gialla va bene per il comparto. Tutto si gioca su quello che possono e non possono fare i ristoranti, dalle cerimonie ai posti a tavola. I fermani saranno in collegamento con la Capitale per la mobilitazione contro i provvedimenti del Governo. Il direttore regionale della Confcommercio Massimiliano Polacco dice che «la situazione non è più sostenibile». Ancona è tra le quattro piazze che saranno collegate in diretta streaming. «Anche noi partecipiamo spiega la referente provinciale della Confcommercio Maria Teresa Scriboni -: aderiscono operatori tutta la provincia. Chiediamo una data certa per riaprire, il problema è l'incertezza per alberghi, bar, ristoranti, balneari, gelaterie, pizzerie, tutto il comparto di somministrazione alimenti e bevande. Obiettivo è riaprire ad aprile. Le forze liberali al Governo, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia dall'opposizione, spingono per riaprire il 20 aprile in sicurezza». Ma il punto non è solo il quando, la data certa, è anche il come ripartire. Piero De Santis (nella foto durante la recente protesta a Porto Sant'Elpidio), referente della categoria in Confartigianato Fermo, avverte: «Il discorso di fondo è che la ripartenza dei ristoranti non può essere legata al colore giallo perché a noi non serve il giallo, ci danneggia, non conviene in quanto sono comunque vietate le cerimonie: battesimi, cresime, comunioni, nozze d'oro e d'argento, compleanni, feste di laurea. Inoltre, al tavolo i non conviventi possono essere massimo in 4 e riaprire in questa maniera significa lavorare al 10% delle nostre possibilità. Non va bene. Bisogna modificare la fascia gialla o è meglio tornare all'annullamento dei colori, com'era stato quest'estate che facevamo le cerimonie con sei persone ai tavoli per non conviventi. Non si dica che passando al giallo i ristoranti possono lavorare perché così non è».

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Corriere Adriatico