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ASCOLI Codice di allerta giallo. È quello emesso dalla Ciip impegnata da alcune settimane in una campagna di sensibilizzazione sul corretto uso dell'acqua per cercare di evitare sprechi che, nel corso della stagione estiva in cui la colonnina di mercurio tocca i quaranta gradi, rischiano di lasciare a secco i rubinetti di gran parte del territorio.
Le preoccupazioni
A preoccupare maggiormente il presidente della Ciip, Pino Alati, sono essenzialmente due aspetti legati o con il terremoto. La prima è la scomparsa di alcuni fonti approvvigionamento. Le scosse sismiche hanno provocato la scomparsa di una delle sorgenti di Forca Canapine e, pertanto, la quantità a disposizione dell'ex consorzio idrico è minore rispetto allo scorso anno. Una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente dopo la scossa di sabato mattina che ha peggiorato la situazione a Sassospaccato, sul Vettore, proprio sopra a Montegallo dove nei mesi una parte della parete si è staccata proprio a ridosso di una presa d'acqua della Ciip che fortunatamente in un primo momento non aveva subito danni. Nei prossimi giorni verrà valutata la situazione alla luce degli ultimi smottamenti.
I consumi
Il secondo aspetto che aspetto è quello dei maggiori consumi registrati nelle ultime settimane. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in alcuni casi è stato riscontrato un incremento dell'uso dell'acqua nei comuni del cratere idrico fino al 300% in più rispetto al 2016. La decisione dell'autorità competente di non far pagare l'acqua ai terremotati potrebbe aver provocato un maggiore utilizzo dell'acqua, spesso usata anche per innaffiare oppure per lavare le macchine. Non sono mancate, a tal proposito, segnalazioni da parte di cittadini che hanno chiamato la Ciip per denunciare i comportamenti di alcuni cittadini sorpresi a lavare la proprie automobili utilizzando l'acqua delle fontane pubbliche. «La Ciip - afferma il presidente Alati - ha, per questo motivo, attivato una serie di controlli sul territorio per scongiurare l'uso sconsiderato della risorsa idrica». Il rischio è quello che nel clou della stagione estiva lungo la Riviera il fabbisogno di acqua sarà certamente maggiore.
Luigi Miozzi
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Corriere Adriatico