Con le opere d'arte un programma per l'integrazione

Con le opere d'arte un programma per l'integrazione
L'APPUNTAMENTOMACERATA Uno spettacolo concluderà giovedì alle 18, a palazzo Buonaccorsi, la mostra Mani che parlano, frutto dell'omonimo progetto didattico di integrazione,...

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L'APPUNTAMENTO
MACERATA Uno spettacolo concluderà giovedì alle 18, a palazzo Buonaccorsi, la mostra Mani che parlano, frutto dell'omonimo progetto didattico di integrazione, inaugurata il 6 giugno scorso nella sede dei musei civici. Dieci giovani migranti metteranno in scena Verso Shakespeare, saggio finale del laboratorio teatrale incentrato sulla pedagogia dell'espressione condotto da Fabiana Vivani e Leonardo Properzi. È un progetto che nasce dalla rete di collaborazione del Comune, Centro d'ascolto e di Prima Accoglienza, Liceo artistico, a cui quest'anno si sono uniti Anffass e Associazione Piombini Sensini finalizzata a favorire l'integrazione e l'inclusione attraverso le arti. «Un progetto di integrazione e inclusione sociale spiega l'assessore alle Politiche sociali, Marika Marcolini - che abbatte ogni barriera. Mani di studenti, di ragazzi migranti e di ragazzi con disabilità si intrecciano per raccontare esperienze di vita e trasmettere la speranza di una vita nuova ».

Le attività
Nel corso della serata sarà proiettato il video che racconta le varie fasi del progetto, a cura dell'indirizzo Audiovisivo e Multimediale del Liceo artistico, realizzato dai ragazzi con la supervisione del professor Marco Bozzi. Al termine le sculture realizzate dagli studenti, a quattro mani con i ragazzi richiedenti asilo del Centro di Ascolto, saranno oggetto di una raccolta fondi da destinare al finanziamento di nuovi progetti interculturali. Il progetto Mani che parlano è nato nel 2017, come laboratorio di scultura rivolto agli studenti di una classe del Liceo Artistico, ad alcuni minori stranieri non accompagnati del progetto Famiglie a colori, altri ospitati nella comunità educativa per minori dell'associazione Piombini-Sensini e ai neomaggiorenni stranieri accolti nel Centro di Ascolto.
r. m.
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Corriere Adriatico