Colonna d'acqua di 30 metri La bomba è solo un ricordo

Colonna d'acqua di 30 metri La bomba è solo un ricordo
L'ESPLOSIONEFANO L'effetto bomba alla fine c'è stato, anche se alla maggior parte dei fanesi è sfuggito per la distanza dalla costa. Ieri, alle 11.15, i palombari del Gruppo...

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L'ESPLOSIONE
FANO L'effetto bomba alla fine c'è stato, anche se alla maggior parte dei fanesi è sfuggito per la distanza dalla costa. Ieri, alle 11.15, i palombari del Gruppo operativo subacquei del Comsubin della Marina militare hanno fatto esplodere al largo la bomba di aereo Mk6 di fabbricazione inglese trovata una settimana fa nel cantiere di Aset sulla spiaggia di Sassonia.

Una procedura standard
Nonostante le avverse condizioni meteorologiche, l'operazione si è svolta secondo la procedura standard, esattamente come era stato anticipato dalla Marina militare. La città di Fano e tutte le autorità hanno tirato così il definitivo sospiro di sollievo, dopo l'evacuazione martedì scorso di 23mila cittadini, in una notte di paura, in seguito all'allarme per quell'ordigno di 227 chili, con 150 chili di tritolo, che fu sganciato dagli alleati su Fano nel 1944 ed è spuntato a 4 metri di profondità nello scavo per il prolungamento in mare degli scolmatori.
Ieri mattina, la detonazione ha provocato un boato sordo e sotterraneo, che è stato udito tra quanti aspettavano la deflagrazione sulla spiaggia. Lo scoppio è stato accompagnato da una vibrazione, come quella di un terremoto dall'epicentro lontano, avvertita negli ambienti chiusi per il tintinnare di oggetti e testimoniata anche dal sindaco Seri. Dal mare si è levata una colonna d'acqua alta 30 metri, notata solamente da quanti, scrutando il mare, erano rivolti nella direzione giusta.
La fontana non vista dai testimoni
Quella spettacolare fontana d'acqua, che era l'effetto annunciato dell'esplosione, è sfuggita anche a buona parte di cameramen, fotografi e giornalisti appostati sul litorale di Sassonia e pure a qualcuno imbarcato sui natanti della Guardia costiera e della Guardia di finanza di Pesaro e Ancona, che hanno seguito l'operazione presidiando lo specchio di mare nel raggio di due miglia dalla bomba, inibito alla navigazione e anche al sorvolo.
Con professionalità ed efficienza, allo scadere della 144esima ora del possibile armamento ritardato per l'innesco chimico secondario della bomba, è intervenuta la squadra di 11 subacquei incursori che mercoledì scorso, in collaborazione con gli artificieri del Genio ferrovieri dell'Esercito, aveva messo in sicurezza la spiaggia e l'intera città di Fano, collocando la bomba in mare a 2 miglia dalla costa e a 13 metri di profondità.
Eseguite sei immersioni

Ieri c'erano vento e forti correnti marine. «Erano condizioni meteo al limite - ha spiegato nella successiva conferenza stampa in Prefettura il capitano di corvetta Therry Trevisan -. Il primo palombaro non è riuscito a raggiungere la bomba. Sul fondale non si vedeva niente. Abbiamo fatto 6 immersioni ma grazie all'addestramento specifico siamo riusciti a portare a termine con successo l'operazione». La bomba, ancorata al fondale, è stata sollevata con un pallone a 6 metri dalla superficie. Una prima microcarica esplosiva ha fatto allontanare i pesci. Una seconda sulla bomba ha causato il grande botto. Con l'esperienza della Marina militare, Trevisan ha escluso inquinamento e danni all'ecosistema marino. Un applauso sollecitato dal prefetto Carla Cincarilli ha sciolto simbolicamente la tensione che aveva accompagnato, tra gli operatori, l'azione degli artificieri subacquei.
Lorenzo Furlani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico