Andrea Taffi È passato un anno intero, e a noi resta solo un sogno. Avere

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Andrea Taffi
È passato un anno intero, e a noi resta solo un sogno. Avere un porto normale con un presidente, un segretario, un direttore marittimo e un direttore delle dogane in carica. Dove se ti metti d'accordo, ad Ancona e a Roma, su un nome autorevole come quello di Vincenzo Garofalo non devi aspettare tre mesi per chiamarlo presidente. Dove con 80 milioni di investimento il bacino di carenaggio di Fincantieri raddoppia. E con esso le lavorazioni navali: operai e artigiani felici, oberati di commesse. Dove ammirare il nuovo molo Clementino, casa di Msc e delle sue crociere, con migliaia di persone che sbarcano e, alzando gli occhi, sorgono San Ciriaco tra le colonne dell'arco di Traiano. Dove ammirare una banchina a mare (la 26 e la 27) con 600 metri lineari, su una parte dei quali il pescaggio potrebbe arrivare a meno 14 metri, fondale mai visto da queste parti. Dove scoprire un po' di vita notturna, sinonimo di vivibilità, un must dei porti storici. Dove vedere i container delle navi cargo, tra la 22 e la 25, issati dalle gru e poggiati sui treni merci che se ne vanno verso Nord, senza finire sulla schiena di migliaia di Tir che si danno appuntamento alle file chilometriche di Torrette. Dove entrare in una stazione marittima ampia, calda, con servizi e schermi led che parlano di Ancona delle Marche tutte. Un anno fa esatto, quando scadeva il presidente Giampieri non pensavamo di ritrovarci in mezzo al deserto, alle guerre tribali, all'inconcludenza territoriale e romana. Al nulla ontologico, nonostante il povero commissario Pettorino. Ma ci siamo abituati anche a questo. E tutto sommato è affascinante: un vuoto arredato di niente. Un capolavoro di minimalismo. Se questo è un sogno, non svegliateci.

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Corriere Adriatico