Aggiornata la contabilità delle vittime: 11 non erano colpa del virus

Aggiornata la contabilità delle vittime: 11 non erano colpa del virus
Pareva ormai un traguardo ineluttabile, quello dei lutti a quattro...

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Pareva ormai un traguardo ineluttabile, quello dei lutti a quattro cifre, invece la soglia dei mille decessi da Coronavirus s'allontana. Cambia poco, purtroppo, per le 11 persone morte e per i loro familiari, ma dopo che il loro decesso era stato attribuito ufficialmente agli effetti del virus, ulteriori approfondimenti diagnostici hanno chiarito che il Covid-19 non c'entrava nulla, nemmeno come concausa abbinata ad altre patologie già esistenti. Così ieri la Regione Marche li ha tolti dalla contabilità del bollettino arancione, riducendo a 986 il bilancio dei decessi, poi ritoccato nel pomeriggio a 987 per la morte di un 47enne di Piandimeleto (Pesaro) ricoverato all'ospedale di Torrette. «Si segnala che è in corso una attività di revisione di tutti i casi di attribuzione incerta di decesso, per cui oggi sono stati sottratti al totale 11 decessi, che da revisione non risultano classificabili come Covid-19 positivi», spiegava ieri la Regione Marche, lasciando intendere che potrebbero esserci altri ritocchi nel calcolo delle vittime. Questo almeno nella contabilità ufficiale, perché anche nelle Marche potrebbero esserci state, e non poche, delle morti bianche da Coronavirus. In uno studio sulla mortalità in Italia, l'Istat ha registrato nelle Marche, tra il 20 febbraio e il 31 marzo, 729 decessi complessivi in più rispetto alla media dell'ultimo quinquennio. Soltanto 328 ne sono stati attribuiti all'epidemia da Coronavirus. Tra gli altri 400 potrebbero celarsi altre vittime fantasma dell'epidemia, visto che la contabilità ufficiale registra solo i decessi validati da tampone positivo e avvenuti in ospedale. Il virus ha falciato vittime (età media 80,5 anni) soprattutto a marzo: il 25 la giornata da ecatombe, con 57 decessi registrati, anche se 25 erano dei giorni precedenti. Il 31 addirittura 35 decessi in sole 24 ore, un bagno di lacrime. Poi la curva dei decessi s'era appiattita, con una tendenza al ribasso fino al primo 0 registrato il 17 maggio, a cui sono seguite altre 3 giornate senza lutti accertati. Quasi il 95% delle vittime soffrivano di patologie pregresse. La maggior parte dei morti li piange la provincia di Pesaro Urbino (522), seguita da Ancona (215), Macerata (164), Fermo (65) e Ascoli (13), mentre 8 vittime abitavano fuori regione.

l. s.
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Corriere Adriatico