Volkswagen, offensiva “green” con architettura Meb e produzione batterie: un milione di auto elettriche entro il 2025

La famiglia Volksawen I.D.
DRESDA – Un milione di auto elettriche entro il 2025: l'obiettivo di Volkswagen è ambizioso. Ma la rivoluzione verde del colosso di Wolfsburg è già...

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DRESDA – Un milione di auto elettriche entro il 2025: l'obiettivo di Volkswagen è ambizioso. Ma la rivoluzione verde del colosso di Wolfsburg è già cominciata e le fondamenta poggiano sulla nuova architettura Meb. È una piattaforma che servirà per sviluppare una gamma di modelli ampia quasi quanto quella della Mqb, che va dalla compatta Polo alla Atlas, il Suv a sette posti per il mercato americano. La prima vettura della famiglia I.D arriva nel 2020 e sarà l'annunciata cinque posti a cinque porte che dovrebbe costare (batteria inclusa) quanto una Golf a gasolio, che in Germania significa un prezzo base di 23.000 euro.


Sempre nel 2020 debutterà anche il suv a zero emissioni finora conosciuto come I.D. Crozz. Nel 2022 toccherà al mitico Bulli, il van a batterie (I.D. Buzz come concept), ed alla berlina esibita come prototipo, I.D. Vizzion. Nomi a parte (ancora non troppo accattivanti), la piattaforma verrà impiegata anche dagli altri marchi del gruppo con un'offensiva per il mercato di massa. E, sopratutto, con una gamma completa: i modelli elettrici integreranno l'offerta convenzionale di auto con unità a combustione, a cominciare dai Suv.

Difficilmente Volkswagen è stata la prima nel campo dell'innovazione tecnologica, ma alla fine è risultata spesso la miglior seconda nella sua applicazione. L'architettura Meb permette al gruppo di amministrare modelli e spazi con grande flessibilità perché la scomparsa del tunnel centrale combinato con il posizionamento delle batterie sul pianale offrono la possibilità di “reinventare” l'auto. Il passo cresce e gli sbalzi calano e lo slogan “Electric for All” (elettrico per tutti) trova la sua applicazione.

Il futuro elettrico non sarà un domani a prezzi di rifornimento contenuti, ma certamente ad emissioni ridotte su strada (l'impronta fossile complessiva è un'altra cosa). Il gruppo si sta attrezzando e la divisione Componenti, destinata a diventare autonoma dal prossimo gennaio, amplierà lo stabilimento di Braunschweig dove dovrebbero venire prodotte fino a 500.000 batterie l'anno. Sempre in Bassa Sassonia, a Salzgitter, verrà costituita una linea pilota per la produzione di celle. Più a sud, ma sempre in Germania, a Kassel, in Assia, il gruppo ha già ristrutturato il sito per adeguarlo alla realizzazione delle unità elettriche. L'investimento complessivo sui tre impianti è di 1,3 miliardi di euro.


Evoluzione tecnologica e grandi volumi (almeno stimati) sono il cuore dell'offensiva “green” del gruppo Volkswagen. Il nuovo sistema modulare di batterie, meno complesso e più efficiente, è strategico. Chi non necessita di grandi autonomie può optare per accumulatori a contenuto energetico più basso e inevitabilmente meno cari. La batteria è attualmente e di gran lunga il componente più costoso di un veicolo elettrico. Il sistema consente di scegliere fra trazione posteriore o integrale (per il momento non si parla di quella esclusivamente anteriore) ed il costruttore ha fatto anche sapere di essere stato in grado di portare la potenza di carica a 125 kW. «Un valore sinora mai realizzato nel segmento della I.D., che accelera notevolmente la ricarica e riduce le soste per effettuarla», informa Volkswagen. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico