Unrae: «Rinnovo parco auto problema di sostenibilità sociale. Detrazioni fiscali meglio degli incentivi classici»

Romano Valente, direttore generale Unrae
ROMA - Il problema del rinnovo del parco auto italiano «è anche di sostenibilità sociale: la sostituzione dei mezzi più vecchi avviene a velocità...

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ROMA - Il problema del rinnovo del parco auto italiano «è anche di sostenibilità sociale: la sostituzione dei mezzi più vecchi avviene a velocità lentissima, per la maggiore difficoltà da parte delle persone con meno disponibilità economica a sostituire la propria vettura». Lo ha detto Romano Valente, direttore generale dell'Unrae, l'associazione che rappresenta le Case automobilistiche estere in Italia, commentando lo schema di incentivi varato in Germania, dove i costruttori hanno deciso di offrire dai 3000 ai 5000 euro per sostituire ogni vecchia vettura diesel con una nuova.


«Partiamo - ha sottolineato - dai dati: se in Germania il 21% del parco di 46,5 milioni di vetture è costituito da mezzi precedenti all'Euro 4, in Italia questa percentuale sale al 36% - pari a 13,3 milioni di unità - su un parco vetture totale di 37,2 milioni. In particolare, le diesel ante Euro 4 sono 4,6 milioni, mentre 7,6 milioni sono le ante-Euro 3 tutte, diesel (20%) e le altre motorizzazioni».

Questi dati, secondo il direttore generale dell'Unrae, indicano che il rinnovo del parco anziano, «come abbiamo già sottolineato in un documento redatto assieme ad Anfia e Federauto, è per l'Italia una priorità, ancora più che per la Germania». Valente ha così rinnovato le proposte UNRAE per rilanciare il mercato dell'auto. «Non siamo così favorevoli ad incentivi d'emblèe, ma siamo più favorevoli allo sviluppo delle infrastrutture per l'introduzione delle nuove tecnologie. Per sostenere il rinnovo del parco preferiremmo detrazioni fiscali rispetto agli incentivi classici.

Bisognerebbe però intervenire - ha aggiunto il direttore generale dell'Unrae - anche sui sistemi di mobilità urbana, regolamentando in maniera diversa l'accesso ai centri urbani, e armonizzare i provvedimenti di mobilità, che riguardano Regioni e Comuni attraverso una cabina di regia nazionale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico