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L’Italia è fanalino di coda nel 2023 nelle immatricolazioni di auto «con la spina» (Ecv), con la quota delle elettriche al 4,2% e le ibride al 4,4%, mentre la Germania ha il 18,4% e il 6,2%; la Francia il 16,8% e il 9,2%; il Regno Unito il 16,5% e il 7,4%, la Spagna il 5,4% e il 6,5%. Lo mette in evidenza l’Unrae che parla di «un altro anno perso» nella transizione energetica. «I dati continuano a non mostrare miglioramenti riguardo al forte ritardo italiano. Ai fini della transizione è urgente correggere l’attuale schema incentivi», commenta il direttore generale dell’Unrae Andrea Cardinali. Cardinali ricorda che «è in arrivo un Dpcm che sembra aver accolto le richieste dell’Unrae di estendere gli incentivi a tutte le imprese con bonus a importo pieno, di aumentare gli importi unitari dell’Ecobonus, e di riportare al 2024 i fondi inutilizzati nel 2022 e, nel corso dell’anno, anche quelli del 2023, per complessivi oltre 600 milioni».
Ma su questo tema, per Cardinali: «Ciò che preoccupa sono i tempi di operatività dei nuovi incentivi, che rischiano di essere molto lunghi, paralizzando il mercato per mesi, visti i necessari passaggi istituzionali e la necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia.
Corriere Adriatico