Trump fa il giro della pista alla 500 miglia di Daytona. A bordo della limo presidenziale prima dell'inizio della gara

Il corteo presidenziale con la Limousine di Trump sull'anello di Daytona per la 500 miglia
DAYTONA - Donald Trump fa la storia della 500 miglia di Daytona, la più popolare gara automobilistica dell'anno negli Usa, e trasforma uno degli eventi sportivi...

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DAYTONA - Donald Trump fa la storia della 500 miglia di Daytona, la più popolare gara automobilistica dell'anno negli Usa, e trasforma uno degli eventi sportivi più attesi dell'anno in un formidabile spot elettorale. Chiamato a fare da Grand Marshal, gran cerimoniere, per dare il via alla 62ma edizione della Great American Race (secondo presidente in carica dopo George W.Bush) Trump, dopo l'iconico comando "Signori, accendete i motori", è salito a bordo della sua blindatissima limousine chiamata "The Beast". E insieme alla first lady Melania ha compiuto un giro di pista davanti a 100 mila spettatori in visibilio. Un bagno di folla inimmaginabile nei suoi pur infuocati comizi in giro per l'America. Il giro d'onore attorno al circuito del Daytona International Speedway, in Florida, è stato voluto fortemente dal tycoon, per celebrare simbolicamente quello che vede come un trionfo personale dopo la vittoria elettorale del 2016: l'assoluzione dalle accuse dell'impeachment.



E pazienza se sui social media in molti lo accusano di megalomania oramai senza freni o addirittura di comportamenti da Repubblica delle banane. "Siamo di fronte a un evento che celebra la gloria pura e semplice dell'America", ha scandito il presidente davanti al popolo della Nascar, la potente associazione che organizza le corse e che da sempre è vicina al tycoon, con i vertici che gli regalarono l'endorsement nelle elezioni di quattro anni fa. "La Daytona 500 è una manifestazione leggendaria di motori che ruggiscono, di spiriti che ruggiscono e del talento dell'America, velocità e potenza di cui per molti anni avevamo solo sentito parlare", ha proseguito Trump in un clima di esaltazione, chiamando i fan sugli spalti "patrioti": "I fan della Nascar sanno che non importa chi vince, quello che importa è Dio, la famiglia e il Paese", ha aggiunto il presidente. Poi in un'intervista a bordo pista Trump ha scherzato: "Se potessi salirei su una di quelle auto per correre". Per correre più in fretta - avrà pensato - verso quella che vede come la consacrazione finale: la rielezione alla Casa Bianca il prossimo 3 novembre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico