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L’ambientalismo talebano sulle auto elettriche «non è una religione». Lo sottolinea il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso in un’intervista al quotidiano “La Stampa”. Il ministro spiega che non si tratta di rinunciare alla transizione ecologica ma, in risposta all’intervista al vice presidente della Commissione Ue Franz Timmermans sottolinea: «gli obiettivi vanno bene, ma l’elettrico è una tecnologia, non una religione. Perciò, restando all’automotive, noi sosteniamo che l’impronta ecologica non si può misurare solo al tubo di scappamento. Serve un calcolo più ampio, che parta dalla produzione e comprenda lo smaltimento. Per questo noi italiani sosteniamo l’idrogeno e i biocombustibili. I tedeschi, i combustibili sintetici. Dico: la stessa Commissione intanto ci chiede di diventare più autonomi nella produzione di materie prime critiche».
La strada di aprire giacimenti di litio sul nostro territorio e una lavorazione che ha costi ambientali altissimi è impervia. «Li voglio vedere gli ecologisti talebani che ora protestano.
«Penso piuttosto che Landini l’abbia fatto per recuperare quella base più ideologica che è rimasta spiazzata al successo di Giorgia Meloni. È come se avesse voluto prendere le distanze, resosi conto di una accoglienza comunque positiva del congresso e certamente dell’eco che si è avuto tra i lavoratori». La Cgil denuncia che la riforma delle tasse non è equa. «Eppure così come è formulata è di supporto ai ceti popolari e produttivi».
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