Leader nella lotta alla CO2: il sesto senso Renault

Una Renault Zoe elettrica durante il rifornimento
ROMA - La casa francese ha guadagnato nel primo semestre dell’anno la leadership per le emissioni di CO2 con un valore medio di 115,9 g/km grazie al “Sixth Sense” ovvero la...

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ROMA - La casa francese ha guadagnato nel primo semestre dell’anno la leadership per le emissioni di CO2 con un valore medio di 115,9 g/km grazie al “Sixth Sense” ovvero la sensibilità del marchio verso le tematiche dell’ambiente espressa in vario modo, non solo grazie 4 modelli elettrici in gamma (Zoe, Twizy, Fluence e Kangoo), ma anche attraverso l’evoluzione dei motori tradizionali e al sistema fotovoltaico più grande al mondo: 40 ettari complessivi di pannelli suddivisi in 6 siti industriali (Douai, Mauberge, Flins, Batily, Sandouville e Cléon) per una produzione annua di 52.600 magawatt, il consumo equivalente di una città di 15.000 abitanti riducendo le emissioni annue di CO2 di 2.200 tonnellate. Altri impianti sono in Spagna, a Palencia e Valladolid, e progetti sono in corso per gli impianti produttivi in Slovenia, Marocco, Brasile, Colombia, Cile, Romania e Corea del Sud. Grazie all’energia del sole, l’impianto di Tangeri vede compensato al 98% le proprie emissioni di CO2 mentre è stata annullata la produzione di rifiuti liquidi industriali. Un approccio insomma a 360 gradi.


In viaggio verso il 2020. Renault prosegue nell’abbattimento delle emissioni e nel primo semestre del 2013 ha raggiunto, secondo i dati della AAA Data, la leadership assoluta in Europa con un valore medio di 115,9 g/km di CO2, valore già al di sotto dei 120 g/km fissati dalla Commissione Europea per il 2015 e sulla buona strada per scendere fino al limite dei 95 g/km previsto per il 2020 e in predicato di slittare almeno di un anno. Un impegno che interessa non solo il prodotto, ma anche i processi di fabbricazione e i materiali utilizzati. Alla certificazione ambientale ISO 14001 per gli stabilimenti si sommano altri dati fondamentali: in 15 anni l’energia consumata per produrre un’auto è scesa del 31%, del 65% il consumo di acqua, del 60% lo sversamento delle sostanze tossiche, del 70% i rifiuti e del 41% dei composti organici volatili. E questo riguarda gli inquinanti mentre per la cosiddetta carbon footprint il progresso dal 2010 è stato del 10% e l’obiettivo e fare almeno altrettanto entro il 2016. E se le plastiche della nuova Clio sono al 15% riciclate, l’obiettivo è di arrivare almeno al 20%. Intanto il 95% dei materiali utilizzati è riciclabile.

I maestri del turbo. Per quanto riguarda i prodotti, Renault ha in gamma ben 5 modelli con versioni al di sotto dei 100 g/km di CO2. Tra questi Twingo, Captur, Mégane, Captur e infine la Clio Eco2 Business che emette solo 83 g/km di CO2, un valore da record raggiunto grazie alle qualità del diesel 1,5 litri, un’unità dalle qualità eccellenti, capace di adattarsi a tutti gli utilizzi su tutti i marchi dell’alleanza Renault-Nissan e che, proprio per questo, è stato prodotto in oltre 10 milioni di esemplari. Se si pensa che nel 2010 le emissioni medie della Losanga erano di 137 g/km, si capisce quale e quanto sia stato il progresso messo in atto in questi anni grazie anche tecnologie come lo stop&start e alle conoscenze del costruttore che anche quest’anno ha dominato con i suoi V8 il campionato mondiale di Formula 1 e adottò 35 anni orsono la tecnologia della sovralimentazione con turbocompressore affrontando di fatto per primo il tema del downsizing.


L’innovazione nella tradizione. La nuova generazione di motori Energy lo dimostra, a cominciare dal 3 cilindri 900 da 90 cv per finire al 4 cilindri 1.2 a iniezione diretta da 130 cv passando per l’1,6 litri montato su modelli Nissan e, in versione da 200 cv, anche sulla più recente Clio RS in abbinamento con il cambio EDC a doppia frizione. E in preparazione c’è anche doppia sovralimentazione sequenziale per i diesel, a partire dall’1,6 litri, come mostrato già sul concept Initiale Paris presentato all’ultimo Salone di Francoforte che anticipa la Espace di nuova generazione. Fanno il loro gioco anche le oltre 35mila unità di auto elettriche vendute che, con i loro zero in emissioni, spingono verso il basso il dato medio e quelle alimentate a GPL, un carburante che da noi riscuote grandi successi. Tutto questo conferma che l’impegno di Renault per le emissioni non consiste solo nell’auto elettrica, ma è assai più organico e, proprio per questo, ha obiettivi molto più ambiziosi e socialmente rilevanti del semplice mettere in commercio veicoli ad emissioni zero. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico