Nuovi modelli e internazionalizzazione, ecco le chiavi della riscossa Renault

Il concept Kwid, il primo di Renault presentato fuori dall'Europa
PARIGI - Un radicale rinnovamento della gamma e l'accelerazione del processo di internazionalizzazione. Sono queste le due linee d'azione che hanno finora guidato il piano...

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PARIGI - Un radicale rinnovamento della gamma e l'accelerazione del processo di internazionalizzazione. Sono queste le due linee d'azione che hanno finora guidato il piano «Drive the change» arrivato al giro di boa con risultati che hanno pienamente soddisfatto Carlos Ghosn, presidente e direttore generale della casa francese (e dell'alleata Nissan). «La strategia definita nella prima fase del piano - ha detto - ha dato i suoi frutti. Con questi risultati, disponiamo delle risorse necessarie per implementare una seconda fase ambiziosa e realistica».


I modelli. L'aggressivo piano prodotto procede come previsto. La nuova generazione della Clio è top seller sul mercato domestico e terza in quello continentale, l'interessante Captur è il crossover più venduto in Francia e detiene la leadership europea nel semento di competenza. E con un inedito «spogliarello» virtuale online è stata svelata la nuova generazione di un modello strategico come la Twingo, destinata a un ruolo da protagonista al Salone di Ginevra prima di approdare, in autunno, nelle concessionarie assieme al nuovo Trafic, aprendo la strada a una nuova vettura di segmento D nonché ai successori di Espace, Mégane e Scénic. Tutti modelli sviluppati sulla piattaforma comune dell'Alleanza che fornirà la base a 3 milioni di veicoli all'anno.

Senza frontiere. Per fronteggiare la crisi del Vecchio Continente, la strategia mirava tra l'altro a riequilibrare una presenza troppo sbilanciata verso l'Europa. Obiettivo raggiunto, visto che nella prima fase di attuazione del piano le vendite extraeuropee sono passate dal 38% del 2010 a oltre il 50% dello scorso anno, con Brasile e Russia diventati il secondo e terzo mercato (il primo è sempre saldamente la Francia, mentre l'avventura cinese comincerà nel 2016). E anche la scommessa low cost offre frutti copiosi: la Dacia è in crescita e la Duster si è imposta nel 2013 come il modello più venduto in assoluto.

Il futuro. I traguardi previsti dalla seconda fase di «Drive the change» sono ambiziosi ma credibili. Dal punto di vista delle vendite, si punta a raggiungere una quota di mercato dell'8% in Brasile e Russia e del 5% in India. La Cina - inevitabilmente strategica - entrerà in gioco nel 2016, quando partirà a Wuhan la produzione nella fabbrica - autorizzata a dicembre dal Governo di Pechino - da 150.000 auto all'anno in joint venture con Dongfeng. In Russia, l'obiettivo è di riconquistare il secondo posto tra le marche generaliste.


Gli obiettivi. Nel triennio conclusivo del piano strategico con orizzonte 2017 è in programma una corposa riduzione dei costi da perseguire con le economie di scala attraverso l'utilizzo di piattaforme comuni con Nissan destinate a caratterizzare l'80% dei futuri lanci. Tutto questo, assieme alla razionalizzazione degli approvvigionamenti, è finalizzato non solo al controllo dei costi, ma anche al raggiungimento della piena capacità produttiva in Europa. Grazie alla generazione di sinergie per almeno 4,3 miliardi di euro, nel 2017 il gruppo Renault intende portare a 50 miliardi nel 2017 la cifra d'affari, con un margine operativo costantemente superiore al 5% di questa cifra e un cash flow positivo ogni anno. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico