MV Agusta, il mito italiano delle corse su due ruote torna in Moto2 dal 2019

La prima immagine della MV Agusta del Forward Racing Team
ROMA - La MV Agusta ritorna nelle competizioni e lo fa nella Moto2 dal 2019 quando schiererà in pista le proprie F2 gestite dal team Forward Racing. Un ritorno che fa...

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ROMA - La MV Agusta ritorna nelle competizioni e lo fa nella Moto2 dal 2019 quando schiererà in pista le proprie F2 gestite dal team Forward Racing. Un ritorno che fa notizia, perché avviene dopo 42 anni dall’abbandono della massima categoria e riguarda non solo una casa italiana, ma anche uno dei marchi motociclistici più conosciuti al mondo e che deve la sua fama al suo palmares sportivo che rimane il più ricco in assoluto per un brand europeo, accumulato attraverso un dominio pressoché totale nelle competizioni negli anni ‘60 e ‘70.


Nessuna più di lei. Sono infatti 275 i Gran Premi vinti e che hanno fruttato 37 titoli Costruttori e 36 per piloti, tra i quali spiccano i 13 conquistati da Giacomo Agostini (6 nella Classe 350 e 7 nella Classe 500) dei 15 portati a casa dall’asso bresciano. Due miti che hanno scritto spesso i loro nomi vicini sul libro della storia. Per la MV Agusta parte addirittura nel 1907, quando nasce la “Costruzioni Aeronautiche Giovanni Agusta” per volere dell’omonimo aristocratico siciliano con la passione del volo. Saranno i suoi eredi a raccogliere la sua impresa industriale fondando nel 1945 la MV, acronimo di “Meccaniche Verghera”, azienda che costruisce moto. Dopo varie vicissitudini, arriva la scomparsa e il marchio risorge nel 1992 con l’acquisizione da parte della Cagiva di Claudio Castiglioni che ne ha mantenuto ininterrottamente la proprietà tranne che tra il 2008 e il 2010, biennio nel quale la MV Agusta è stata in mano alla Harley-Davidson.

Moto italiana, motore inglese. La F2 è una moto di tipica scuola italiana, a cominciare dal telaio che è in traliccio di acciaio attaccato a piastre di alluminio ricavate dal pieno che agganciano da dietro il motore. Quest’ultimo è, come da regolamento, un 3 cilindri (vecchio cavallo di battaglia della MV) costruito dalla Tryumph che sostituirà l’attuale 4 cilindri Honda. Ha una cilindrata di 769 cc con raffreddamento ad acqua e olio, iniezione elettronica Magneti Marelli e scarico 3 in 1 della SC-Project in Titanio. Le sospensioni sono della Ohlins e il forcellone è in alluminio a struttura scatolata mentre i cerchi sono da 17 pollici in magnesio della OZ. Il serbatoio è da 24 litri e il peso completo (moto più pilota) è di 217 kg.


La squadra già al lavoro. Per quanto riguarda i driver, la Forward Racing quest’anno ha corso in Moto2 con Stefano Manzi ed Eric Granado, ma niente è confermato per il 2019 quando con il nuovo motore tutti i telaisti dovranno di partire da zero. L’obiettivo è far rivincere alla MV Agusta una gara del Campionato Mondiale, l’ultima è stata il Gran Premio di Germania nel 29 agosto 1976 che fu corsa sul Nürburgring, non quello corto, ma completo nella vecchia configurazione da 22.835 metri. In sella – serve dirlo? – c’era Giacomo Agostini che si impose su un astro nascente italiano che Castiglioni conosce molto bene: Marco Lucchinelli. “Cavallo Pazzo” – così veniva soprannominato il pilota spezzino – 4 anni dopo avrebbe fissato il record assoluto dell’Inferno Verde per moto (8’22”2), limite non più battibile dopo la modifica e l’accorciamento del tracciato tedesco a 20.832 metri. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico