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La tragedia irrompe ancora una volta in pista. Al Mugello si corre, ma è il giorno del dolore perché il giovane Jason Dupasquier non ce l'ha fatta: troppo gravi le ferite riportate nel terribile incidente nelle qualifiche della Moto3 del gp d'Italia. Il 19enne pilota svizzero è morto nella terapia intensiva del Trauma Center di Careggi a Firenze dove era ricoverato in gravissime condizioni, dopo la caduta alla curva Arrabbiata 2. Dupasquier, una volta a terra, era stato investito dalle moto di Jeremy Alcoba, che lo ha colpito al torace, e di Ayumu Sasaki che ha impattato contro la sua testa, rimanendo privo di sensi in mezzo alla pista.
Tutto il circus è rimasto con il fiato sospeso per il ragazzo che aveva esordito in moto 3 nel 2020, ma le condizioni erano apparse subito gravissime già per i primi medici rianimatori.
Prima del via della gara della MotoGp tutti i piloti della classe regina si sono allineati per osservare un minuto di silenzio: «Jason sarai sempre nei nostri cuori» lo striscione esposto nel ricordo-omaggio del pilota classe 2001, figlio d'arte, una vita già passata sulle due ruote prima di approdare nel motomondiale. Una morte che ha sconvolto tutti e che ha sollevato ancora una volta i dubbi sull'opportunità di mandare avanti lo show. «Un conto è sapere che la situazione è grave e un'altra è sapere che è morto - le parole di Valentino Rossi - Allora ti chiedi se abbia senso continuare a correre. Forse non ha senso fare la gara ma anche non farla, perché quello che facciamo oggi non può cambiare quello che è successo ieri».
Più netto Francesco Bagnaia, caduto al secondo giro proprio alla Arrabbiata 2, la stessa dell'incidente a Dupasquier: «Per rispetto non sarebbe stato corretto correre, ma magari il pensiero di altri è che lui l'avrebbe voluto. Fondamentalmente siamo umani e ognuno di noi è fatto a proprio modo. Io forse sono troppo sensibile e faccio più fatica. Il minuto di silenzio prima della gara mi ha scosso parecchio e in gara non ero per niente concentrato, quindi non mi interessa se sono caduto. So solo che oggi abbiamo perso un ragazzo di 19 anni». «Uno di noi» ripetono nel paddock i piloti: fra i più colpiti anche Dennis Foggia, vincitore proprio in Moto3, avvisato della notizia solo al termine della sua gara: «Tutti i giorni facevamo colazione insieme - ha raccontato - È veramente brutto, però purtroppo la Moto3 è anche questa, è molto scenografica ma è anche molto pericolosa perché siamo sempre tutti molto vicini e può succedere di tutto». Sul podio della Motog sventola la bandiera svizzera, Fabio Quartararo vince e guarda al cielo: la vittoria è per lo sfortunato Dupasquier. Un'altra morte assurda, ancora dolore e lacrime in pista.
Moto 3, incidente al Mugello: Jason Dupasquier travolto da un'altra moto
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Corriere Adriatico