ROMA - L’Italia accelera, mette la freccia, magari si prepara ad effettuare pure qualche sorpasso. Finora, nel percorso ormai obbligato della mobilità sostenibile,...
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Nella ricca Norvegia le vendite delle auto ad emissioni zero viaggiano verso la metà del totale, ma anche la media dell’intero continente (oltre l’1%) è molto superiore a quella tricolore (appena lo 0,1% nel 2017). Lo scorso hanno sono state immatricolate in Europa 150 mila vetture a batterie e il circolante ha superato il mezzo milione di unità. Ora le cose potrebbero cambiare ed anche rapidamente. Lo scorso anno sono state consegnate in Italia appena 1.945 vetture a batterie, a fine maggio 2018 le immatricolazioni hanno quasi raggiunto gli stessi volumi (1.794 unità, +121,5%) con la quota che è salita allo 0,3%.
Sono cresciute in modo rilevante (54,5% nei 5 mesi) anche le ibride plug-in, quelle cioè che possono percorrere un buon numero di chilometri ad emissioni zero (circa 50) ed hanno la possibilità di ricaricare le batterie non solo con l’energia recuperata in frenata, ma anche dalle batterie. Attualmente le auto elettriche si dividono in due categorie, quelle che immagazzinano l’energia nelle batterie e quelle che la producono a bordo (attraverso le fuel cells) dall’idrogeno contenuto ad altissima pressione (700 bar) in un serbatoio. Le prime sembrano destinate nell’immediato ad avere il sopravvento (in particolare in Italia) poiché non c’è rete di distribuzione dell’idrogeno (esiste in Giappone) e realizzarla è complesso e costoso).
Lo scenario dell’auto elettrica è pronto a cambiare marcia poiché i costruttori si stanno preparando a lanciare numerosi modelli oltre ad aver annunciato piano ambiziosi per i prossimi anni. Fra questi spiccano l’Alleanza Renault-Nissan (di cui ora fa parte anche Mitsubishi) che è stata la prima a crederci e il Gruppo Volkswagen che ha dichiarato di voler diventare il leader in questo particolare settore.
Ma non son certo gli unici poiché sono molto attivi anche gli altri brand tedeschi (Bmw e Mercedes), i coreani (Hyundai-Kia), i giapponesi di Toyota e Honda, gli americani di Ford e GM, i francesi di Psa e gli svedesi di Volvo. Nssan ha da poco lanciato la secondo generazione di Leaf alzando l’asticella, Jaguar ha lanciato la I-Pace, Audi sta per svelare la e-tron, due Suv premium di grande spessore. Hyundai, che ha già la Ionic, sta per lanciare la Kona elettrica che ha batteria fino a 64 kWh e autonomia di oltre 400 km. Ma nel nostro paese sono accaduti altri due eventi che potrebbero infiammare la situazione e nei prossimi anni far recuperare il tempo perduto.
Da una parte l’Enel ha annunciato qualche mese fa un ambizioso piano per installare un corposo numero di colonnine di ricarica in tutte le regioni, dall’altra, venerdì scorso, il costruttore nazionale (Fca controllata da Exor) ha annunciato il suo nuovo piano quinquennale e le vetture elettrificate hanno conquistato la pole position.
Nel recente passato era sembrato che i ceo dei due giganti (Francesco Starace e Sergio Marchionne) avessero dei punti di vista diversi sul tema: convintissimo il primo, più cauto il secondo. In realtà il manager italo-canadese sosteneva la tesi che le vetture elettriche avevano ancora un costo troppo elevata e Fiat Chrysler era impegnata nella complessa corsa di annullare lo svantaggio rispetto ai rivali e azzerare il debito. Ora che l’obiettivo è stato centrato, come forse era intuibile l’ad di Fca si è dichiarato più elettrizzato di tutti i suoi colleghi promettendo l’arrivo di numerose novità zero emission per tutti i brand e in tutti i segmenti.
Avremo le Maserati a batterie, ma anche la piccola Fiat 500, pure nella versione Giardiniera (5 porte). L’azienda di energia, da parte sua, è già partita ed Enel X guidata da Francesco Venturini ha messo in campo una notevole potenza di fuoco per centrare l’ambizioso obiettivo della 14 mila colonnine entro il 2022 (la metà entro il 2020). A queste vanno aggiunte le diverse migliaia di wall-box che, in collaborazione con i costruttori di veicoli, installeranno nelle abitazioni degli automobilisti che sceglieranno di guidare ecologico. Entro quest’anno le colonnine installate saranno almeno 2.500, entro il prossimo 4.500. Già nel 2021 supereranno la barriera delle 10 mila stazioni di ricarica
Le colonnine saranno di vario tipo, quelle Quick da 22 kW, le Fast da 50 kW e le Ultra Fast da 150 kW, ma sono già pronte quelle da 350 kW per le autostrade che consentiranno di fare il piene con poco più tempo di quanto serve per rifornirsi di benzina. Enel ha siglato una partnership con Audi per elettrificare Cortina, una con Smart per installare le colonnine in cento garage pubblici in alcune grandi città partendo da Roma per poi passare a Firenze, Genova e Milano.
L’azienda ha siglato un accordo anche con i 227 Comuni “Bandiera Arancione (da 2 a 5 colonnine in ciascuna cittadina), con Conad per 250 postazioni in supermercati e centri commerciali oltre ad essere uno dei protagonisti del progetto europeo EVA+. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico