TORINO - Inizio in calo per il mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (Ue+Efta+Regno Unito). A gennaio - secondo i dati dell’Acea, l’associazione...
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Tra i modelli, Stelvio in Italia è tra le più vendute della sua categoria, con una quota dell’11,3%. Nel nostro paese positivo anche il risultato di Giulia, ai vertici del segmento D tra le versioni berlina. Sono 10.800 le Jeep registrate in gennaio che permettono al brand di mantenere la quota all’1%, la stessa di un anno fa. Risultati significativi per la Renegade che con quasi 5.600 immatricolazioni ottiene una quota del 4,2% nella sua categoria mentre oltre 4 mila sono le vendite di Compass: entrambi i modelli sono ai vertici delle vendite nei rispettivi segmenti in Italia. Anche Lancia chiude il mese con un risultato migliore rispetto a quello del mercato: con 6.250 immatricolazioni ottiene una quota dello 0,6%. Ypsilon anche in gennaio è tra le vetture più vendute in Italia (seconda assoluta) e si conferma leader del segmento B con una quota del 17,2%. «Il mercato auto europeo dell’ auto parte sottotono nel primo mese del 2020, riportando un segno negativo.
I cambiamenti nella tassazione delle autovetture annunciati da alcuni Stati membri dell’Ue per il 2020 hanno determinato un’anticipazione degli acquisti a dicembre 2019, con il conseguente calo delle vendite a gennaio». Lo sottolinea Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. «Tra i fattori che hanno contribuito a questa flessione - spiega - sono da includere anche l’indebolimento dell’economia globale e l’incertezza causata dall’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione europea il primo febbraio». «Nei cinque maggiori mercati, prosegue Scudiere, a gennaio si registra la contrazione del diesel: -20% su gennaio 2019, con una quota del 29,6% contro il 34%. Le vetture diesel si riducono in tutti i maggiori mercati, con cali a doppia cifra: -36% in Uk, -23,6% in Italia, -19,6% in Francia, -12,4% in Germania e -11,5% in Spagna. L’Italia mantiene la quota di auto diesel più alta rispetto al proprio mercato, il 33,3%. Buona performance delle alimentazioni alternative con quote che raggiungono un quinto del mercato in Italia e Francia, il 19% nel Regno Unito, il 18% in Spagna ed il 15,5% in Germania». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico