H-Farm, la “fabbrica dei cervelli”. Audi Italia punta su “We Generation”

Alcuni dei ragazzi di H-Farm
RONCADE - Quattro Anelli per oltre duemila studenti. C’è anche Audi Italia dietro al più grande polo europeo dell’innovazione (oltre un centinaio di...

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RONCADE - Quattro Anelli per oltre duemila studenti. C’è anche Audi Italia dietro al più grande polo europeo dell’innovazione (oltre un centinaio di start-up finanziate per un totale di non meno di 28 milioni di euro), che sorge a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale di Venezia, il Marco Polo.

È un’area di oltre 50 ettari sulla quale negli anni Novanta la Walt Disney aveva immaginato di realizzare il grande parco dei divertimenti poi dirottato su Parigi. Una quindicina di gru sta oggi lavorando all’ampliamento della H-Farm, la “visione” di Riccardo Donadon, un imprenditore che ha investito nell’incubatore di cervelli parte dei guadagni portati a casa con la fondazione e la cessione della E-Tree agli inizi del Duemila.

Nella “fabbrica dei cervelli” che copre l’intero ciclo scolastico, dall’asilo all’università, investe anche Audi Italia, che finanzia una serie di attività, fra le quali delle borse di studio. Ed il suo direttore, Fabrizio Longo, assicura di voler portare in azienda i giovani del progetto We Generation, offrendo tanto per cominciare degli stage. We Generation è un percorso-laboratorio sostenuto dalla filiale nazionale del costruttore di Ingolstadt che coinvolge cinque giovani studenti. La seconda edizione supportata da Audi Italia è già cominciata e sono aperte le adesioni alla terza. Il mondo ha bisogno di menti libere, agili ed aperte.

Perché è ai giovani che il 52enne Donadon affida una grande responsabilità: «Preservare la bellezza e aprire nuove frontiere». «Non di solo algoritmo vive l’uomo», conviene Longo.
La centralità della persona è importante nella H-Farm e per Audi Italia, che sottolinea come nell’industria dell’auto si applichino i risultati della ricerca di numerose branche della scienza. Una sfida epocale attende il settore, conferma Longo, secondo il quale ogni conversione deve essere pilotata sia in funzione delle esigenze dell’uomo («ci sono decisioni etiche non delegabili») sia della preparazione e della conoscenza.


Il veloce congedo dalla tecnologia diesel non sembra rispondere a questi requisiti, visto che i dati sulle emissioni delle Co2 riportati da Longo vanno nella direzione opposta al miglioramento del bilancio ambientale. Nel 2013 la media per autoveicolo era di 126,8 g/km, sceso progressivamente fino a 117,8 prima di risalire a 120,5 lo scorso anno, dopo la scelta di ripudiare il gasolio. Audi Italia e Longo vogliono dialogare con i “ragazzi” (nel Belpaese i propri clienti sono più giovani della media del brand) all’insegna di un accattivante motto: «Sostenere l’entusiasmo, capitalizzare l’esperienza».
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Corriere Adriatico