FE, l'impegno delle case per la Gen4. Porsche: «Non siamo sotto pressione». Hyundai potrebbe sciogliere le riserve entro fine maggio

La Formula E impegnata quest'anno a Tokyo
MONACO – L'impegno per l'era Gen4 della Formula E va formalizzato entro la fine dell'anno. La nuova monoposto, verosimilmente la più prestazionale del...

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MONACO – L'impegno per l'era Gen4 della Formula E va formalizzato entro la fine dell'anno. La nuova monoposto, verosimilmente la più prestazionale del motorsport (già oggi la Gen3 Evo ha un'accelerazione da 0 a 100 orari del 30% inferiore a quella di un bolide di Formula 1, 1,86''), entrerà in servizio con la stagione 13. Finora solo Nissan e Jaguar hanno ufficializzato il prolungamento del loro impegno fino al 2030: la prima è stata la casa giapponese, a Tokyo, la seconda è stata quella britannica, a Monaco.

L'11 e il 12 maggio si corre a Berlino, in Germania, paese dove ha sede la Porsche: «Non siamo sotto pressione e non abbiamo ancora deciso», chiarisce Thomas Laudenbach, vice presidente con delega al motorsport. «Ma non credo che passerà molto tempo prima che renderemo nota la nostra scelta», sorride il manager. Che già un anno fa a Roma aveva spiegato come i risultati non fossero una discriminante decisiva. Una precisazione importante visto che la scuderia ha un nuovo contenzioso con la Fia: i legali stanno ancora valutando i dettagli dell'annunciato reclamo in seguito alla squalifica di Antonio Felix Da Costa dopo la vittoria nel primo dei due ePrix di Misano Adriatico.

La Formula E ha 12 licenze, 11 delle quali sono state assegnate e ne resta pertanto una “libera”. I costruttori sono attualmente 6 (gli europei Stellantis, Porsche e Jaguar, la cinese Ert, l'indiana Mahindra e la giapponese Nissan) e saliranno a sette nell'undicesima stagione, quando la britannica Lola Motors esordirà con la collaborazione tecnica della Yamaha. Per Jeff Dodds, il Ceo del campionato, il “numero perfetto” è tra 5 e 7, ma la Gen4 suscita grandi aspettative. Al mondiale elettrico gioverebbero di sicuro la presenza di un grande marchio cinese (i vertici della Byd hanno avuto incontri con i vertici della Formula E) e di uno americano. Del resto, seppur con qualche eccezione, il mondiale è sempre andato là dove hanno la loro sede le case automobilistiche coinvolte. Per questo, ma non solo, la Hyundai resta una “indiziata” per il futuro ingresso (dal 2027).

Il campionato è già stato in Corea del Sud (e vorrebbe tornarci) e il costruttore nazionale, il terzo gruppo al mondo, ha confermato di valutare le varie opzioni. Pur non avendo mai vinto il titolo piloti, è impegnato da anni nel Wrc, il mondiale di rally intenzionato a rinunciare all'elettrificazione. È noto che Hyundai si sia confrontata con altri gruppi per approfondire un possibile impegno in Formula E, anche se sta prendendo in considerazione anche l'ipotesi Formula 1. Con il marchio elettrico Genesis e la controllata Kia, Hyundai ha grandi ambizioni per il mercato globale dei battery electric vehicles e la Formula E sembrerebbe funzionale alle sue strategie. Il colosso coreano è anche costruttore generalista e il circuito è molto “familiare” e metropolitano. Secondo le ultime indiscrezioni, le riserve dovrebbero venire sciolte entro la fine di maggio, verosimilmente anche in base all'andamento del mondiale di rally.

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Corriere Adriatico