TORINO - Fca conferma ai sindacati che produrrà in Italia nove degli undici modelli previsti dal piano industriale per l’Europa e assicura che questo...
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«Entro un anno Mirafiori e Pomigliano avranno un nuovo modello. È un elemento di rassicurazione, sarà nostra cura monitorare nei prossimi mesi lo stato di avanzamento del piano», commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim. Deluso, invece, Michele De Palma, responsabile auto della Fiom, che chiede un confronto tra i sindacati, il ministro Luigi Di Maio e l’azienda: «C’erano grandi aspettative sul futuro degli stabilimenti italiani, in particolare Mirafiori, Pomigliano e Pratola Serra dove si producono i motori diesel. Non c’è stato alcun tipo di rassicurazione. L’azienda ha confermato che non presenterà un piano industriale complessivo, ma procederà step by step con l’annuncio dei singoli modelli».
«A Mirafiori e Grugliasco - aggiunge Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese - i contratti di solidarietà sono attivi fino a settembre. Questo vuol dire che fra due mesi bisognerà decidere il nuovo ammortizzatore sociale. Spero che in quell’occasione l’azienda sappia dirci cosa intende fare». «Quello che occorre chiarire sono le tempistiche e i dettagli di assegnazione delle nuove produzioni in Italia che auspichiamo possano dare una prospettiva positiva a tutti i lavoratori, superando le aree di cassa integrazione e di utilizzo degli ammortizzatori sociali», osserva il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo, mentre Gianluca Ficco, responsabile auto della Uilm, chiede «di rivedere i vincoli draconiani del Jobs Act per gli ammortizzatori sociali». «È un tema - afferma - che riguarda tante aziende italiane. Speriamo che non impattino sugli stabilimenti di Fca, per i quali la sfida è ottenere nuovi modelli entro la scadenza degli ammortizzatori». Rassicurazioni anche sulla Magneti Marelli: nessuna vendita in programma e occupazione garantita, sottolineano i sindacati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico