SUZUKA - Una leggenda. Domenica scorsa a Suzuka, la Mercedes ha conquistato per la sesta volta consecutiva il Mondiale riservato ai costruttori. Nella lunga storia della F1,...
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"Quando abbiamo iniziato l'avventura, sei o sette anni fa, volevamo vincere con più frequenza le gare e poi lottare per il Mondiale. Non avremmo mai creduto che fosse possibile tutto questo", ha ammesso il team principal Toto Wolff. Il dominio del marchio tedesco è scattato insieme al debutto dei motori turbo-ibridi, nel 2014, e solo dal 2017 è emersa una vera avversaria, la Ferrari. Nelle due stagioni precedenti la Rossa ha più volte messo in difficoltà i campioni in carica, pagando alcuni errori ed inconvenienti nelle fasi chiave. Dall'altro lato, è giusto evidenziarlo, alla Mercedes non è mai mancata un'insaziabile fame agonistica che, alla resa dei conti, le ha sempre consentito di avere la meglio. Quest'anno è andata un po' diversamente: la Ferrari è partita incespicando, la Mercedes è stata una macchina da guerra, con 5 doppiette nei primi 5 Gran Premi e 8 vittorie nei primi 8 round. A un certo punto, si credeva (o "temeva") nell'en-plein, impresa sfiorata dalla McLaren del 1988. Solo dall'estate Red Bull e Ferrari hanno rotto l'egemonia, acchiappando in totale 5 successi, ma troppo tardi per scardinare il vantaggio accumulato dalla casa della Stella.
"Anche noi abbiamo avuto i nostri momenti difficili, ma ne siamo sempre venuti fuori", ci ha tenuto comunque a precisare Wolff. Uno su tutti, la morte di Niki Lauda, autentico faro nel ruolo di vicepresidente non esecutivo. "È stato una parte fondamentale sin dall'inizio, sentiamo la sua mancanza. Penso a lui ogni giorno e fatico ancora a credere che non sia più qui, chiedendomi quali sarebbero state le sue parole . Adesso, probabilmente, ci avrebbe detto "congratulazioni per il sesto titolo, ma avete una sfida per l'anno prossimo". Era il suo modo per assicurarci che non ci saremmo rilassati". Il tre volte iridato è scomparso alla vigilia di Montecarlo, da allora la livrea delle W10 lo ha sempre onorato: nella gara del Principato con l'Halo dipinto di rosso, il colore del suo celebre cappellino, poi con una piccola stella rossa sul cofano e con il suo autografo sul musetto. Perché, come ribadito in modo affettuoso da Wolff, su questa epopea c'è anche la firma di Lauda. E nel 2020, con regolamenti tecnici praticamente invariati, vien da pensare che la Mercedes possa spingersi addirittura oltre, a 7 titoli di fila. Così da onorare la frase che Niki non ha avuto il tempo di pronunciare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico