FIGARI - Fedele al suo Dna sportivo, Jaguar viaggia veloce sulla strada della crescita. Lo dicono i numeri, lo conferma la determinazione con cui la casa di Coventry, ben...
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Che probabilmente, nel «tris d’assi» a ruote alte con cui Jaguar vuole giocare da protagonista nella partita delle Suv premium, è quella che può dare il contributo numerico più significativo alle ambizioni del marchio. Lunga 4.395 mm, la nuova arrivata si inserisce nel segmento delle Suv compatte che non è soltanto il più vivace del momento a livello mondiale, ma anche il più promettente in prospettiva, visto che la relativa domanda, cresciuta del 18% nel 2017, è attesa a un ulteriore +23% entro il 2020. Sulla base di questo posizionamento, nonché delle soluzioni tecniche più evolute a disposizione del gruppo Jaguar Land Rover, il management britannico ritiene che nella stragrande maggioranza dei casi (l’80%) i clienti della E-Pace saranno di conquista, avvicinandosi ai prodotti del Giaguaro per la prima volta.
Perché per struttura, dimensioni, look e listino, il modello più compatto uscito dalle fabbriche Jaguar nel dopoguerra (solo un paio di spider degli anni ‘40 e ‘50 – come la mitica XK120 – avevano dimensioni più contenute), sembra fatto apposta per vincere la sorta di rispettosa diffidenza con cui molti automobilisti guardano ai brand che gravitano nell’orbita del lusso. Pur essendo (relativamente) accessibile, la new entry è una vera Jaguar, fedele al mix di eleganza raffinata e sportività su cui la casa di Coventry ha costruito la propria storia. Il direttore del design Ian Callum spiega così la fiducia – a nostro avviso giustificata – riposta in questo modello: «E-Pace combina gli interni spaziosi, la connettività e il livello di sicurezza che le famiglie si aspettano con la purezza del design e le prestazioni che solitamente non appartengono a una vettura così pratica».
A proposito di prestazioni, la E-Pace è la prima Jaguar a utilizzare esclusivamente i 4 cilindri 2.0 turbodiesel (150,180 e 240 cv)e benzina (249 e 300 cv) della famiglia Ingenium, interamente sviluppata all’interno del gruppo. Per quanto riguarda le trasmissioni, c’è il nuovo cambio manuale a 6 marce disponibile solo con i due turbodiesel meno potenti, in alternativa all’automatico ZF a 9 rapporti – di cui abbiamo apprezzato la fluidità e la rapidità dei passaggi di marcia – che è invece di serie su tutte le altre versioni.
L’agilità e il dinamismo esibiti dalla Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico