Divieto motori ICE da 2035 danneggia industria e ambiente. Plateforme Automobile (Pfa), “prezzi auto elettriche rallentano rinnovo parco auto”

Divieto motori ICE da 2035 danneggia industria e ambiente. Plateforme Automobile (Pfa), “prezzi auto elettriche rallentano rinnovo parco auto”
PARIGI - Consentire la vendita di veicoli nuovi solo se completamente elettrici nel 2035, secondo la Plateforme Automobile (Pfa), potrebbe avrere effetti negativi...

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PARIGI - Consentire la vendita di veicoli nuovi solo se completamente elettrici nel 2035, secondo la Plateforme Automobile (Pfa), potrebbe avrere effetti negativi sull’industria automobilistica, ma soprattutto sul tasso di riduzione delle emissioni di CO2. Pfa - l’associazione francese che raggruppa i costruttori Stellantis, Renault e CCFA; i fabbricanti di parti Michelin, Faurecia, Plastic Omnium, Valeo, Fiev e le federazioni Ffc, Fim, Gpa e Sncp per un totale di circa 4.000 imprese del settore automotive - lancia questo allarme alle autorità pubbliche sottolineando che una decisione così drastica, che chiude le porte a soluzioni di mobilità alternative rispetto al 100% elettrico, porterebbe a effetti perversi. Negando di voler rallentare la traiettoria discendente delle emissioni di CO2, Marc Mortureux, Ceo della Plateforme Automobile si chiede se i legislatori «hanno misurato adeguatamente tutte le conseguenze» delle decisioni che si stanno prendendo.

«Sapendo che per produrre veicoli elettrici le Case costruttrici si stanno dando i mezzi con ingenti investimenti - afferma Mortureux - mettiamo fortemente in discussione il realismo di una tale traiettoria». Citando la nota carenza di materiali per la produzione di batterie, la mancanza di colonnine di ricarica, il problema della fornitura di elettricità senza emissioni di carbonio e, soprattutto, l’inflazione legata all’elevato prezzo delle auto elettriche, il Ceo della Plateforme Automobile afferma di «non essere sicuro che le conseguenze di tale decisione siano state valutate e che siano accettabili». Mortureux considera tardiva la clausola di revisione fissata per il 2028, poiché «le scelte si fanno ora» dato che quella dell’automobile è un’industria a lungo termine. Molte aziende del settore sono «in grande difficoltà con la prospettiva di pesanti perdite di posti di lavoro» che non saranno necessariamente sostituite da nuove assunzioni. Occorre quindi che venga data priorità alla «riduzione delle emissioni di CO2 e soprattutto al rinnovo della flotta». Perché uno dei «rischi perversi» è che l’aumento del prezzo delle auto, solo elettriche e quindi più care di quelle con motori ICE, rallenti il rinnovo del parco circolante che, per la sua anzianità in Francia e in tutta Europa, è una delle ragioni dell’impatto del traffico automobilistico sull’ambiente.

Pfa chiede quindi l’implementazione di un’analisi del ciclo di vita dei veicoli per comprendere meglio la loro impronta di carbonio, invece di tenere conto solo delle loro emissioni di scarico. Questo per lasciare aperta la porta aperta ad alternative al 100% elettrico, e mantenere così accessibili i prezzi del nuovo. Inoltre, Mortureux si auspica un rimodellamento del Carbon Border Adjustment Mechanism (MACF) in modo che si applichi non solo alle materie prime, ma anche alla componentistica e ai pezzi di ricambio, in particolare per promuovere l’occupazione in Europa ed evitare di importare prodotti da Paesi dove l’energia è ad alto tenore di carbonio e quindi non green.

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Corriere Adriatico