NEW YORK Due sono i veicoli sotto inchiesta da parte dell'Epa e del Carb, l'agenzia californiana per la protezione ambientale: il pickup Ram 1500, e lo sport utility Jeep...
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Per gli ingegneri che li disegnano e devono fornirli dei propulsori adatti al lavoro che devono svolgere, il compito è tra i più ardui. Da una parte c'è l'esigenza di ampliare la cilindrata e aumentare la spinta dei cavalli vapore, dall'altra quella di adattarsi a regimi dei consumi e delle emissioni sempre più stringenti. Ridurre le emissioni vuol dire depotenziare il motore con l'adozione di filtri che trattengano i gas di scarico. Ma un motore depotenziato fa più fatica a trainare il carico ingombrante che gli è assegnato, e il risultato è l'innalzamento del consumo di carburante.
LA SOLUZIONE
È il classico serpente che si morde la coda. La vera soluzione del problema sarebbe convincere gli automobilisti a salire a bordo di vetture più razionali, ma quest'ultimo versante è certamente più difficile da modificare. I legislatori preferiscono spingere sui costruttori per ottenere il risultato. I due modelli della Dodge sono stati equipaggiati con motori eco diesel a partire dal 2014, e in due anni di vendite 104.000 esemplari sono stati distribuiti nel mercato americano.
Questi veicoli, come era già accaduto per i modelli incriminati in casa della Volkswagen, nelle prove di omologazione rispettano entrambi i parametri, ma nella vita reale non sono in grado di confermarli. «Nel caso dei diesel Volkswagen le emissioni di azoto erano 40 volte superiori alla norma» dice David Carder, l'ingegnere dell'università della West Virginia, il primo ad aver misurato in un test non governativo il comportamento delle vetture del gruppo tedesco.
Le Golf e le Audi con il motore a gasolio erano dotate di un software che si attivava solo durante il test di omologazione e tagliava le emissioni al livello legale. Per questo la Volkswagen è stata accusata di truffa, con tutte le conseguenze legali e patrimoniali che abbiamo visto scaturire dal caso negli ultimi due anni. Nella denuncia nei confronti delle Fca questo aspetto non è ancora chiaro.
LA DISCREPANZA
L'Epa parla di una discrepanza nella lettura delle emissioni, ma non conclude che è ottenuta con l'uso di un software nascosto, anzi sembra tenere la porta aperta all'ipotesi che si tratti del mancato funzionamento dei sistemi di filtraggio. Marchionne parla di taratura dei motori, e della possibilità di ovviare al problema, una volta trovata l'intesa con i tecnici delle due agenzie.
Vero è che il negoziato va avanti da più di un anno, e che la soluzione fino ad ora non è stata trovata. L'amministratore invierà il prossimo lunedì un gruppo di manager dell'azienda in California per verificare se c'è ancora lo spazio per una transazione amichevole.
Sull'intera vicenda poi pende l'incognita delle nuove direttive che l'Epa e il ministero dei Trasporti potrebbero dare dopo l'insediamento della nuova squadra di amministratori del governo Trump. Le nomine per le due cariche sono cadute su Scott Pruitt e Elaine Chao, un avvocato e una funzionaria statale che hanno molto più a cuore lo sviluppo industriale americano che gli interessi difesi dagli ambientalisti, che hanno invece dominato l'agenda nella gestione Obama. Alcuni degli standard al momento vigenti potrebbero essere ribaltati tra meno di un mese, e questa incognita aggiunge ulteriore suspence.
Corriere Adriatico