Decarbonizzazione con il Gpl, la via "italiana" che riduce le emissioni. Assogasliquidi-Federchimica chiede incentivi per la conversione

Un pieno di Gpl
ROMA - Convenzionale, ma sostenibile. Non è l'alimentazione a zero emissioni (che su strada non esiste, perché nemmeno i veicoli elettrici riescono a...

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ROMA - Convenzionale, ma sostenibile. Non è l'alimentazione a zero emissioni (che su strada non esiste, perché nemmeno i veicoli elettrici riescono a evitare l'usura di pneumatici o freni, seppur in misura inferiore per via della rigenerazione), ma ha un minore impatto sull'ambiente come verrà ricordato fra il 13 e il 17 novembre a Roma in occasione della Lpg Week frutto dell'organizzazione congiunta tra l'organismo mondiale, World Lpg Association, quella europea, Liquid Gas Europe, e quella nazionale, Assogasliquidi-Federchimica.

L'alternativa ancora possibile è il Gpl, il gas petrolifero liquefatto, la cui combustione produce il 53% di Nox in meno rispetto a un motore a benzina e il 63% in meno rispetto a uno gasolio. Per quanto riguarda il particolato la differenza è ancora più significativa: -81% rispetto al benzina e -92% rispetto al diesel. Anche rispetto alla Co2 (-18 e -34%) e alle Pm 2.5 (-5,1 e -12,6%) il bilancio è migliore, anche se in percentuali meno importanti.

Alla ricerca di soluzioni per la decarbonizzazione, la classe politica comunitaria ha virato sull'elettrico fissando la scadenza del 2035 per la fine della commercializzazione di auto e veicoli commerciali alimentati da motori a combustione scartando altre opzioni. L'industria ha bisogno di certezze per pianificare, ma gli automobilisti non hanno più i soldi per acquistare vetture sempre più care e solo un po' meno veloci. Soprattutto in Italia, ma non solo in Italia, il Gpl è una alternativa anche dal punto di vista economico. Malgrado la volatilità del mercato del greggio, le oscillazioni del prezzo del gas petrolifero liquefatto sono state quasi marginali anche perché segue logiche diverse e pure adesso si riesce fare rifornimento a meno di 0,7 euro al litro (non in autostrada, s'intende).

Con i listini dei carburanti fossili convenzionali alle stelle i costi di conversione di un veicolo si possono ammortizzare anche nel giro di un anno o poco più. La spesa media è attorno ai 1.500 euro per l'installazione di un impianto a Gpl e di 1.700 per uno a metano, anche se ci possono essere grandi differenze tra regione e regione. Assoliquidi-Federchimica hanno sollecitato il Governo a intervenire con un incentivo di almeno 400 e 600 euro per “alleggerire” l'investimento degli automobilisti. L'obiettivo è quello di allungare la vita a modelli Euro 4, 5 e 6 e renderli più virtuosi dal punto di vista ambientale: la conversione di 120.000 auto a benzina di queste classi di emissioni condurrebbe a una riduzione delle emissioni nell'ordine di 24.000 tonnellate di Co2, di 13 di Nox e di 1,6 di polveri sottili.

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Corriere Adriatico