Carlucci: «Il nostro marchio premium Lexus in grande sintonia con evento e città»

Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia, insieme a Piera Detassis direttrice del mensile Ciack
VENEZIA - Tanto per non uscire dall’ambito cinematografico, il regista dell’affascinante avventura Lexus alla 74a Mostra del Cinema di Venezia è Andrea...

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VENEZIA - Tanto per non uscire dall’ambito cinematografico, il regista dell’affascinante avventura Lexus alla 74a Mostra del Cinema di Venezia è Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia, con cui abbiamo parlato dell’impegno organizzativo che lo ha coinvolto unitamente al responsabile del marchio per il nostro mercato Luigi Lucà.


Come è nata l’idea?
«L’idea è nostra, ma la partita delle sponsorizzazioni si gioca in due. Alla Mostra si era aperto uno spazio favorevole, perché gli organizzatori erano alla ricerca di un partner automobilistico, ritenuto funzionale alla “liturgia” della rassegna, e abbiamo colto l’occasione».
 

Con quali considerazioni?
«Abbiamo visto un’opportunità per dare visibilità al claim “Experience amazing” che sintetizza il nuovo posizionamento del marchio, evidenziando le specificità del brand che in Italia è al 100% ibrido, ed è perciò in sintonia con un ambiente meraviglioso ma fragile come quello veneziano».

Per Lexus è un mondo nuovo?
«In Italia qualcosa avevamo fatto con Milano, mentre a livello globale il marchio ha una consolidata frequentazione con il cinema, che va oltre il coinvolgimento nel progetto americano degli “short film”. Emblematica la partnership con “Valerian e la Città dei mille pianeti”, il film di fantascienza di Luc Besson che uscirà nelle sale italiane il 21 settembre e che ha tra i protagonisti una Lexus del 2.700 capace di volare».

Avete già dei piani per il futuro?
«Questa partnership nasce, soprattutto per ragioni di tempistica, come un’esperienza integralmente italiana, ma se – come mi auguro – dovessimo ripeterla, spero di farlo con un’apertura più internazionale. I risultati della nostra presenza al Lido sono stati incoraggianti.

Che ruolo ha avuto la Lexus lounge?
«Abbiamo aperto lo spazio non solo ai nostri ospiti, ma a tutti gli addetti ai lavori. Per esempio, ospitando la festa della più prestigiosa e diffusa rivista italiana del settore. La lounge è stata, e vogliamo che lo diventi sempre di più, un punto d’incontro, di discussione e – perché no? – di relax, secondo lo spirito dell’Omotenashi».

E cioè?
«L’Omotenashi fa parte della cultura giapponese ed è qualcosa che supera l’ospitalità. È una sapienza quasi millenaria nell’accogliere l’ospite e farlo sentire come a casa propria. E questo ha funzionato, almeno a giudicare dai numerosi protagonisti della Mostra che hanno fatto visita alla nostra lounge ».

Con quali speranze?

«L’auspicio è di contribuire, per quanto ci compete, a valorizzare ulteriormente un’eccellenza italiana di enorme rilievo internazionale. Il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della Mostra Alberto Barbera hanno sottolineato la presenza di 1.400 giornalisti stranieri accreditati. Mi sembra un ottimo punto di partenza per un impegno ancora più intenso, magari con le forze italiane di Lexus supportate da quelle europee e internazionali». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico