Brexit, uscita dura nell'automotive può decimare industria. Stime SMMT prevedono perdite a 51,15 mld euro per 2024

Il Premier inglese Boris Johnson al volante
LONDRA - La vittoria di Boris Johnson nelle elezioni di ieri, e la conseguente certezza dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, hanno riacceso le...

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LONDRA - La vittoria di Boris Johnson nelle elezioni di ieri, e la conseguente certezza dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, hanno riacceso le preoccupazioni nel settore automotive, fin dall'avvio della Brexit uno dei più a rischio. Secondo stime della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) un distacco dal mercato della Ue non correttamente pilotato e l'imposizione di dazi doganali potrebbero 'decimare' l'industria automobilistica del Paese, con 1,5 milioni di immatricolazioni perse tra il 2020 e il 2024 e un costo per l'intero sistema di 42,7 miliardi di sterline, cioè 51,15 miliardi di euro. Questa visione evoca uno scenario fortemente negativo non solo per l'economia della Gran Bretagna, in cui il settore occupa 160mila lavoratori e a cui contribuisce con 18,6 miliardi di sterline (22,3 miliardi di euro) all'anno, ma anche per il taglio che le aziende sarebbero costrette ad operare sugli investimenti per R&D.



La contrazione del mercato - che è diminuito dell'1,3% in novembre e del 2,7% sui base annua - potrebbe far mancare il 90% dei capitali necessari per la gestione della ricerca, proprio nel momento il cui è indispensabile il ricambio delle tecnologie per raggiungere gli obiettivi di protezione dell'ambiente. Nel congratularsi con i Conservatori per il successo elettorale, il CEO di SMMT Mike Hawes ha detto oggi: ''non vediamo l'ora di lavorare con il nuovo Governo in questo momento critico per l'industria automobilistica e il Paese. La priorità deve ora essere quella di ripristinare la fiducia negli affari e nell'economia e ristabilire la reputazione del Regno Unito come un ottimo luogo per investire. Con un settore automotive così di successo come in Gran Bretagna - ha ribadito Hawes - guardiamo al nuovo Governo per puntare a mantenere la nostra competitività globale, il che significa concludere un accordo con l'UE che è ambizioso, che mantiene il commercio libero e senza attriti e guida la crescita e l'innovazione per raggiungere obiettivi ambientali condivisi''. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico