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SARNICO - Al cospetto di una nuova barca, in genere ci si concentra sullo stile, le qualità della carena, la motorizzazione, le prestazioni, la comodità degli spazi in coperta e sottocoperta. Ma a bordo c’è dell’altro, molto altro, non meno importante: ci riferiamo a dotazioni come le passerelle, le scalette, i salpa-ancore, le gru per l’alaggio di tender e toys, i sistemi di movimentazione del tetto, le poltrone per pilota e copilota, le aperture automatiche di porte e portelloni… insomma, tutto ciò che completa uno yacht o un super yacht, ma anche barche di piccole dimensioni. Sempre più spesso, in questo ambito, vengono adottati accessori e dotazioni realizzati ad hoc, su richiesta del cantiere o dello stesso armatore: un lavoro non facile, che richiede capacità d’innovazione e rapidità di esecuzione, partendo da una irrinunciabile propensione al lavoro di ricerca e sviluppo.
Esistono in Italia aziende con queste capacità? Certo che sì. Noi italiani siamo anzi all’avanguardia nel mondo con un marchio che ha contribuito a scrivere la storia della nautica. Il riferimento è a Besenzoni, che da 55 anni opera nel settore, è presente in 59 paesi con 160 punti di rappresentanza commerciale e vanta oltre 60 brevetti. Insomma, un colosso che si distingue per la capacità di tener testa alla velocità dei cambiamenti, con produzioni puntualmente aggiornate (in molti casi avanzate) e – particolare non trascurabile – ora in grado anche di rispettare le necessità imposte dalla transizione ecologica. Sette collezioni raccolgono oggi oltre 170 prodotti. Realizzati con la consueta cura per i dettagli e arricchiti dalle soluzioni tecnologiche e di design più innovative e all’avanguardia, costituiscono la più ampia gamma disponibile sul mercato.
Tutto ciò è emerso in occasione di una visita all’azienda guidata da Giorgio Besenzoni, autentico pioniere del settore. “Il tema della sostenibilità è diventato imprescindibile – ha detto il numero uno del cantiere che porta il suo nome - e proprio per questo già da molti anni abbiamo modificato anche i processi aziendali.
Sempre in quest’ottica, Besenzoni sta anche portando avanti soluzioni per una gestione più efficiente del riscaldamento degli ambienti di lavoro attraverso lo studio di un pozzo geotermico. Parallelamente, è stato avviato con la Regione Lombardia un progetto per la realizzazione di uno scambiatore di calore per sfruttare il caldo prodotto dall’impianto forno utilizzato nella verniciatura, recuperandolo per riscaldare i vari reparti.
E’ in questa cornice che è stata annunciata anche una novità pronta a debuttare a bordo delle barche del 2022. Si tratta del TenderLift a movimentazione elettrica, ultimo prodotto tecnologico dedicato alla gestione di tutte le operazioni necessarie all’alaggio/varo di tender e jet ski garantendo all’equipaggio un controllo ottimale di questa fase tecnica gestibile da un singolo operatore, senza il minimo disturbo per l’armatore.
IlTenderLift arriva dopo LaPasserella, LaScala e IlSalpAncora presentati da Besenzoni nel corso del 2020. In tal modo si arricchisce ulteriormente la gamma di dotazioni mirate a semplificare e rendere sempre più sostenibile la vita a bordo. La portata dichiarata è di 850 kg, comprensiva del peso della piattaforma, ma la produzione – è stato spiegato - prevede altre versioni con capacità di sollevamento da 400 a 1200 kg oltre a soluzioni totalmente personalizzabili. Le varianti custom, del resto, sono uno dei fiori all’occhiello dell’azienda, che ha fatto della sua capacità di adattarsi perfettamente alle esigenze di armatore e cantiere un punto fondamentale del proprio business.
Nel corso della presentazione sono stati sottolineati i meriti della gamma BeElectric di Besenzoni, che comporta vantaggi sia per le imbarcazioni sulle quali è adottata sia per l’ambiente. Innanzitutto, l’assenza della centralina idraulica e dell’olio rende i sistemi più silenziosi e le imbarcazioni più leggere. E la riduzione del peso porta a una serie di risparmi, avendo minor chili a bordo e minori costi di installazione e manutenzione. A questo si aggiunge anche una riduzione automatica del carburante, con conseguente minor impatto sull’ambiente marino. Anche il consumo di energia a bordo è ridotto, senza avere la necessità della potenza idraulica del motore. L’energia stessa è ottimizzata, partendo dal controllo elettronico dello sforzo con meno corrente per evitare sollecitazioni eccessive al sistema e alla struttura.
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Corriere Adriatico