La “Bella di Roma” torna a casa. Esposta la storica ARS-U1 coupè del 1962 ideata da Coluzzi

la storica ARS-U1 coupè del 1962 conosciuta come Bella di Roma
ROMA - La “Bella di Roma” è tornata a Carpineto Romano. Un momento, cos’è la “Bella di Roma” e cosa c’entra con la cittadina...

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ROMA - La “Bella di Roma” è tornata a Carpineto Romano. Un momento, cos’è la “Bella di Roma” e cosa c’entra con la cittadina laziale ai piedi dei Monti Lepini, a 60 km da Roma che ha dato i natali al pontefice Leone XIII discendente della storica famiglia Pecci?


Per addentrarci nella storia occorre partire dall’Ing.Giulio Pasquale Coluzzi, un imprenditore originario di Carpineto che, emigrato in Sud America, fece fortuna nel settore della meccanica industriale. Tornato in Italia, all’inizio degli anni sessanta si affaccia nel settore delle auto sportive di taglia compatta e decide di partire con un qualcosa di inedito costruito in esclusiva. Attorno al progetto riunisce molte delle eccellenze romane dell’epoca, l’ing. Carlo Gianini, quello della Rondine, e il figlio Giovanni che realizzano i disegni iniziali, i Fratelli Giannini per i motori, Angelo e Enzo Filacchione “maestri” delle carrozzerie e soprattutto i Patriarca. Il capostipite Rodolfo realizza nella sua officina di Via Avezzano il sofisticato telaio tubolare, mentre il figlio Bruno nella sua nuova sede in Via Sclopis cura la fase finale del lavoro che ha portato alla realizzazione della ARS-U1. Questo è il nome della vettura voluta dall’ingegnere di Carpineto, successivamente ribattezzata la “Bella di Roma”, come il film di Luigi Comencini con Alberto Sordi e Silvana Pampanini. In effetti ARS sta per Automobili Sportive Romane, U per esemplare unico, 1 per modello.

Al di là di nome e…cognome, la “Bella di Roma”, che sarà ultimata entro il 1962, è un coupè 2 porte, due posti, con carrozzeria in lamiera da 0,8 mm di colore nero e interni rossi, utilizza un motore Alfa Romeo, il quattro cilindri in linea bialbero di 1.3 litri con testa e monoblocco in lega leggera della Giulietta Sprint Veloce, trasformato da Attilio Giannini in un 1.5 litri da 130 CV, con un cambio cinque marche ripreso dalla Giulietta SS. E’ una delle primissime in Italia a montare i freni a disco, con servofreno Bendix. Non mancano i classici cerchi Borrani a raggi, segno distintivo delle migliori sportive dell’epoca. Lunga appena 3,66 metri, pesa soltanto 840 kg ed ha una velocità massima di 210 km/h.

All’interno ci sono tuttora delle soluzioni specifiche pensate per Coluzzi, che ha un fisico importante: il volante sganciabile e l’incavo per i piedi nel pavimento. Per anni la si vedrà parcheggiata nella villa dei Coluzzi a Carpineto.


Purtroppo l’ARS che pensava inizialmente a un successivo modello spider, non ha seguito. La “Bella di Roma” passata di mano tra i parenti stretti, seguirà il destino di molte vetture speciali di quell’epoca, abbandonata in qualche angolo buio e polveroso, per essere poi recuperata e restaurata decenni più tardi da Giuseppe Valdarchi. Un ulteriore approfondito restauro a 360°, compreso il motore sul quale hanno lavorato Francesco Carletti e Attilio Giannini Jr, l’ha condotto il Marchese Guglielmo Guglielmi delle Rocchette, l’attuale appassionato proprietario della “Bella di Roma” che qualche settimana fa è stata la “guest star” del Memorial Giuseppe Ricci a Carpineto Romano, accolta dagli sbandieratori dei sette rioni della città. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico