Auto, ISTAT: in calo a luglio fatturato (-3,1%) e ordini. Nei sette mesi incremento ricavi del 10,7%

Uno stabilimento Maserati
ROMA - ROMA - L’Istat registra un calo del fatturato della fabbricazione di autoveicoli del 3,1% a luglio rispetto all’anno precedente nei dati grezzi e una flessione...

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ROMA - ROMA - L’Istat registra un calo del fatturato della fabbricazione di autoveicoli del 3,1% a luglio rispetto all’anno precedente nei dati grezzi e una flessione anche per gli ordinativi (-5,3%). La dinamica resta invece positiva per entrambi gli indici nell’insieme dei primi sette mesi del 2017, con un’espansione del 10,7% per il fatturato e del 10,9% per gli ordini.


Allargando gli orizzonti a luglio, l’ Istat rileva per il fatturato dell’industria «una leggera flessione» rispetto a giugno, pari allo 0,3%, che segue il calo dello 0,7% del mese precedente. Gli ordinativi registrano, invece, a luglio un aumento modesto (+0,2% sul mese) dopo la flessione di giugno (-0,7%). Su base annua, invece, sono in espansione entrambe le voci: il fatturato cresce a luglio del 3,8% nei dati grezzi (+4% in quelli corretti) e gli ordini del 10,1%. A trainare è il mercato estero sia per il fatturato (+2,3% su mese, +7,1% su anno) sia per gli ordini (+6,4% su mese, +16,2% su anno). Invece il mercato interno segna per il fatturato -1,7% su mese e +2,2% su anno e per gli ordini rispettivamente -4,2% e +6,2%.

Per il fatturato tutti i settori manifatturieri (ad eccezione delle industrie tessili e dell’abbigliamento e degli autoveicoli) mostrano incrementi tendenziali e il più rilevante riguarda la fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati (+14,5%). Per gli ordini, l’ Istat registra l’incremento maggiore nel comparto della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+29,8%), seguito dalla fabbricazione di macchinari e attrezzature (+18,8%), mentre la flessione più rilevante si osserva nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (-5,9%). Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano diminuzioni congiunturali per i beni di consumo (-1,5%) e per i beni intermedi (-0,1%); mentre l’energia e i beni strumentali sono in aumento (rispettivamente +1,3% e +0,3%). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico