24h Le Mans, la ricaduta milionaria della maratona automobilistica, il costo della hypercar e i jet dei Vip

Il circuito di Le Mans
LE MANS – Il circuito de La Sarthe, un paio di ore di macchina a ovest di Parigi, è la gallina dalle uova d'oro dell'omonimo dipartimento che fa parte della...

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LE MANS – Il circuito de La Sarthe, un paio di ore di macchina a ovest di Parigi, è la gallina dalle uova d'oro dell'omonimo dipartimento che fa parte della regione della Loira. La pista attorno a Le Mans attira turisti e appassionati delle corse automobilistiche esattamente quanto Tours, con la sua valle costellata di castelli, che calamita l'interesse degli amanti dell'arte e della storia. L'edizione del centenario, la prima veramente “libera” dopo la pandemia, è un rilancio anche dal punto di vista economico. A metà dello scorso decennio le ricadute venivano stimate tra i 92 e 114 milioni di euro. Peraltro, per le sole hypecar al via si può stimare un controvalore di 40 milioni di euro, senza contare gli altri 46 bolidi e gli ingaggi dei piloti.

Alla vigilia della corsa si è parlato di un indotto stimato attorno ai 72 milioni e oltre che in 2.500 posti di lavoro tempo pieno grazie alle attività generate dal circuito, dove Porsche ha allestito il proprio secondo Experience Center, ad esempio. Nel 2014, i responsabili della comunicazione dell'Automobile Club de l'Ouest, che organizza la competizione, si erano sbilanciati dichiarando che l'evento valeva per la Francia quanto i giochi olimpici, ospitati tuttavia ogni 26 anni. Il ritorno indicato era di 111 milioni per l'area, poco più di un terzo di quello totali per la nazione secondo un'analisi dell'Università del Maine.

Un'occhiata al sito della corsa conferma la percezione empirica: le biglietterie sono chiuse. Tutti i tagliandi (non meno di 83 euro per quello più economico) sono già stati venduti e l'Aco stima 300.000 spettatori (i soli giornalisti accreditati sono 2.100). Ci sono code ovunque, soprattutto quando c'è da spendere ancora. Tipo ai negozi di merchandising dei vari marchi, oltre che a quelli ufficiali della 24h, dove l'articolo più richiesto è il cappellino del centenario (30 euro), naturalmente esaurito.

A ridosso della pista c'è un enorme prato dove sono parcheggiate decine di jet privati, che decollano e atterrano sulla “improvvisata pista” impiegata dai frequentatori dell'“altra 24h” (il dirigibile con le insegne della Goodyear che sorvola il circuito è "ormaggiato" in un campo a una decina di chilometri). Quella dei Vip e degli ospiti. Quella di chi non deve mettersi in fila e di chi non ha bisogno di mettere mano al portafoglio. L'unica vera “democrazia automobilistica” è sulle strade pubbliche, dove anche le navette più esclusive sono incolonnate: le uniche eccezioni sono le ambulanze, precedute dalla staffetta motociclistica della polizia. Solo pochissimi eletti si muovono in elicottero: per loro anche l'affollata 24h è sempre una questione riservata.

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Corriere Adriatico