Iran, polizia spara sui manifestanti che ricordano Mahsa Amini dopo 40 giorni dalla morte. Scattano le sanzioni Usa

Teheran ha bloccato «per motivi di sicurezza» l'accesso a internet a Saqqez, la città del Kurdistan iraniano dove era nata Mahsa Amini

Iran, polizia spara sui manifestanti che ricordano Mahsa Amini dopo 40 giorni dalla morte
Polizia spara sui manifestanti in Iran. Le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco e utilizzato gas lacrimogeno per disperdere manifestanti che si erano radunati a Saqqez, nel...

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Polizia spara sui manifestanti in Iran. Le forze dell'ordine hanno aperto il fuoco e utilizzato gas lacrimogeno per disperdere manifestanti che si erano radunati a Saqqez, nel Kurdestan iraniano, per commemorare Mahsa Amini a 40 giorni dalla morte dopo che la 22enne era stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. Lo rende noto su twitter 'Hengaw', organizzazione con sede in Norvegia che si occupa di violazioni dei diritti umani nel Kurdistan. In mattinata una grande folla si era radunata nel cimitero dove la ragazza è sepolta per commemorarla.

Internet bloccato

L' Iran ha bloccato «per motivi di sicurezza» l'accesso a internet a Saqqez, la città del Kurdistan iraniano dove era nata Mahsa Amini, la 22enne morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. «La connessione a internet è stata tagliata a Saqqez per motivi di sicurezza», fa sapere l'agenzia Isna, parlando di dimostrazioni e forti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine oggi a Saqqez, nel 40esimo giorno dalla morte della ragazza, che tradizionalmente è celebrato in Iran come la fine del lutto.

Sanzioni Usa contro 14 persone 

Raffica di sanzioni Usa contro 14 persone e tre entità accusate a vario titolo di essere coinvolte nella «brutale repressione» delle proteste nazionali in Iran. Lo ha annunciato il segretario di Stato Usa Antony Blinken, spiegando la mossa come la dimostrazione del «nostro impegno ad usare ogni strumento appropriato per chiedere conto al governo iraniano a tutti i livelli delle sue responsabilità».

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Corriere Adriatico