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Soglia. Barriera. Divisione o, invece, per paradosso, raccordo, per la capacità di separare gli ambienti, senza realmente “chiuderli”.
Nati in Cina durante il periodo degli Zhou orientali, dunque tra 771 e 256 a. C., i paraventi oggi sono al centro di una vera riscoperta, come oggetto di studio ed esposizione, ma anche come complemento strategico di design. Questione di moda, filosofia, spazi. E arte. La Fondazione Prada, a Milano, apre oggi al pubblico la mostra Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries, visitabile fino al 22 febbraio, che spazia dalla visione dell’artista cinese Chen Zhifo, maestro dei dipinti gongbi del XX secolo, a quella dall’artista americano Jim Dine nel 1969 con Landscape Screen (Sky, Sun, Grass, Snow, Rainbow).
IL TEMA
«Pittura o scultura? Arte o complemento d’arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale? Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale da Oriente a Occidente, di ibridazione tra forme d’arte e funzioni diverse e di ciò che viene celato e rivelato», dice il curatore Nicholas Cullinan. E traccia soprattutto, una storia - e una tendenza - di superamento delle regole e delle distinzioni tra arte e architettura, decorazione d’interni e design. In tale ottica, il paravento finisce per farsi strumento di libertà, quantomeno di vivere gli spazi come si vuole. E crearsi “orizzonti” ad hoc. E un paravento - l’opera si intitola Love - si fa “orizzonte”, appunto, ma anche storia, narrazione, racconto di sé e monumento alle passioni personali e di più generazioni nel percorso della mostra With Love. Peter Blake, fino al 18 gennaio alla Mucciaccia Gallery di Roma, l’esposizione più ampia finora realizzata in Italia dal “Padre della Pop-Art Britannica”. Nell’iter, curato da Jonathan Watkins, oltre 160 opere tra tecniche miste, collage su carta e su legno, tele e sculture, dal 1956 al 2023. E un paravento, che, sulle forme tradizionali del complemento d’arredo, compone un articolato omaggio a Marilyn, ai Beatles, e, in generale, fa ritratto della quotidianità di un’epoca - e forse un mondo - dai molti stimoli e solleciti per fantasia, desideri e, più ancora, immaginario.
LA TENDENZA
Così, quella che, di fatto, è nata come parete divisoria, diventa uno strumento di contatto e dialogo, quasi una “finestra” aperta sul mondo. Mentre l’arte, dunque, esplora le potenzialità dell’oggetto, il design lo celebra, ripensa e rinnova, puntando su una funzionalità creativa. E, a volte, giocosa. Il paravento diventa la “parete” inaspettata che nasconde e sorprende, dando carattere a un ambiente. È così per quelli dalle suggestioni antiche, come Shield di Galotti & Radice, che propone moduli in legno curvato e intarsiato, con specchi all’interno. E anche per quelli dal design essenziale, che giocano con i colori, come il componibile Rayures di Glas Italia, in cristallo Flutes stratificato e temperato nei colori giallo e lilla, con possibilità, anche qui, di inserire specchi. Poi librerie, giardini verticali, oggetti che si trasformano. E molto ancora. Origami di Tubes radiatori, disegnato da Alberto Meda, è un radiatore elettrico plug&play. E si ripiega proprio come un paravento.
SCENOGRAFIE
Sono ispirati ai fili d’erba, presentati però in misura extralarge a regalare l’illusione di essere figure “micro” in un ambiente gigantesco gli elementi divisori, in polietilene, Gradient di Plust. Affiancati uno all’altro creano la fiabesca suggestione di un monumentale prato. E proprio da un’avventura da favola vengono forme e nome di Bianconiglio, separé per interni ed esterno, in acciaio, di Da a, ideato da Angeletti Ruzza. E non manca Anacleto, a forma di gufo, che ricorda il volatile amico di Merlino nel lungometraggio animato Disney La Spada nella Roccia. Hippo, invece, pare ricondurre al classico, anche questo disneyano, Fantasia. Anaunia presenta Armonic, parete scorrevole, decorata, che si “chiude” come un paravento. Vitra gioca con scenari da fondale marino con Algue dei fratelli Ronan ed ErwanBouroullec: un piccolo modulo plastico, a forma di alga come si evince dal nome, combinato secondo fantasia permette di dare forma a grandi “tende” come divisori, lasciando più o meno spazi vuoti per un effetto vedo-non-vedo, o componendo uno sfondo compatto a farsi ostacolo per gli occhi. Disponibile in vari colori, c’è anche rosso a comporre la magia di una trama di “coralli”.
GIARDINI VERTICALI
Pareti verdi, tra piante e fiori. Giardini verticali che diventano separazioni “naturali”. Sono tante le soluzioni green per ripensare e dividere gli ambienti di casa.
IN SALOTTO
Creature fantasiose ed elementi naturali, che rimandano all’eclettismo stilistico ottocentesco, si intrecciano sul velluto Grottesche. Forme geometriche di ispirazione Art Déco, che citano zampilli d’acqua, si fanno disegno nella fantasia Fontane. Fiori e foglie di bambù e papiro, anche in toni corallo, donano tocchi esotici al damasco Paradiso. Sono vari i tessuti di Luigi Bevilacqua scelti per più varianti del paravento Simbiosi, progettato dalla designer Nicole Sbabo. A farla da padroni, in un gioco di contrasti, tra spigoli e linee curve, sono proprio i tessuti, tra estetica e storia. Il nome della famiglia Bevilacqua, infatti, è legato al mondo della tessitura sin dal 1499. Luigi Bevilacqua poi, nel 1875, ha recuperato telai e macchinari anticamente usati dalla Scuola della Seta della Serenissima. Simbiosi si fa così simbolo e strumento di una commistione tra arte e design, tra contemporaneità e storia. E d’altronde, è proprio nel dialogo tra le forme di ieri e le riletture di oggi il trend del paravento negli ambienti contemporanei. “Shibumi”, ossia “bellezza discreta”, è il concetto alla base di Feng di Gebrüder Thonet Vienna: aste in legno laccato, con piedini di ottone, incorniciano la vela centrale, disegnata come se fosse gonfiata dal vento. Anche in questo caso, è la storia a farsi musa. “Ping Feng” è la traduzione cinese di paravento. E Feng, nome scelto per l’arredo, indica la brezza. Tra i tessuti, non mancano fantasie orientaleggianti. Solitude di Ditre è un sistema di paraventi tessili, ideato da Daniele Lo Scalzo Moscheri, per concedersi momenti di privacy. Armani/Casa seduce con Ronin, paravento con tre porte che sono in realtà altrettanti pannelli a Led, con colore a 2700 kelvin per creare un’atmosfera calda. A regalare ulteriori suggestioni all’arredo, ogni porta è caratterizzata da una griglia metallica intrecciata ispirata all’armatura dei samurai giapponesi. Memorie del passato per un’eleganza senza tempo.
PER I BAMBINI
Offrono spunti al racconto i paraventi per i più piccoli proposti da Spidersell. C’era una volta... Sì perché i divisori possono servire anche nelle stanze dei bambini, ma devono essere ovviamente ripensati a farsi elemento di gioco. O, come in questo caso, racconto. Tra i soggetti delle stampe bifacciali ci sono molti personaggi fiabeschi, a partire dalle principesse - Sirenetta inclusa - fino ad arrivare a fatine e streghette. Quanto basta per affascinare i più piccoli. E per piacere anche ai più grandi: tutti i separé, infatti, sono resistenti allo sporco, all’usura e alla luce. Sono ideali dunque anche come elemento di svago, magari come quinta “teatrale” per piccole recite improvvisate. Ci sono storie dalla foresta, con cerbiatti, orsi e volpi, tra i motivi decorativi di Bimago, che non trascura di proporre anche scenari con unicorni e alberi magici. I paraventi sono disponibili in più varianti, da quelli in stile asiatico, dove ogni pannello è diviso in più riquadri, a quelli fonoassorbenti, studiati per garantire il giusto comfort acustico. Creazioni ad hoc anche da Maison du Monde, con paraventi stampati, dalle atmosfere esotiche - Santana, a tre pannelli, è colorato da motivi tropicali - e modelli scolpiti. L’invito è a far correre la fantasia, anche per l’uso. Non è detto che un paravento non possa farsi decorazione da muro o testiera di un letto.
LIBRERIA
Non soltanto paraventi. O quantomeno non soltanto paraventi che siano esclusivamente tali. Una soluzione ideale per dividere gli ambienti è offerta dalle librerie. La modulare e autoportante Panto di Ozzio, che prende ispirazione dal pantografo, con struttura in legno, montanti in metallo e mensole in cristallo, ricorda proprio le forme e la funzione di un paravento, aggiungendovi però i vantaggi di una libreria. La combinazione di ripiani di diversa profondità permette di espanderla o restringerla. Il divisorio esce dalla dimensione di complemento per farsi chiave dell’ambiente. E, forse, del suo ordine. Latitude è la libreria in metallo modulare di Cattelan. Disposta verticalmente produce l’effetto di una colonna, e ponendo più moduli uno accanto all’altro, crea un divisorio attraverso il quale si può comunque vedere il lato opposto della stanza, mantenendo la percezione dell’intero ambiente. Collocata orizzontalmente offre un utile ripiano, trasformandosi in mobile di servizio, senza rinunciare all’idea di separazione. L’effetto di una parete divisoria si ottiene anche con Honeybook di Tonin Casa, che nelle forme richiama l’elemento alveolare della madia Honey. Si fa separé Siena di Midj. Soluzione modulare e divisorio bifacciale ha ampi ripiani studiati per accogliere libri, oggetti, vasi, raccoglitori, cambiando aspetto, dunque, a seconda della personalità di chi la sceglie. E soprattutto riempie. D’altronde, come diceva Holbrook Jackson, «La tua libreria è il tuo ritratto». Attenzione, quindi, a volte scegliere di celarsi dietro un “paravento” di libri diventa un modo, inaspettato, per esporsi e raccontarsi. Volume dopo volume, oggetto dopo oggetto.
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Corriere Adriatico