TORINO - Bankitalia torna sul caso dei quattro istituti di credito "salvati", tra cui Banca Marche. La vigilanza della Banca d'Italia ha affrontato negli...
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Per Bm i primi problemi erano già emersi fra fine 2010 e inizio 2011 ma a partire dal 2012 "le interlocuzioni con gli amministratori e il management di Banca Marche aumentarono progressivamente e fu chiesto, in particolare, di portare il rapporto tra impieghi e depositi su valori più prudenti e di valutare un aumento di capitale, che venne attuato per 180 milioni nei primi mesi del 2012". È quanto scrive la Banca d'Italia nei documenti posti sul sito per
riassumere e chiarire il ruolo svolto che portò poi nell'ottobre 2013 al commissariamento dell'istituto. "La Consob, che doveva autorizzare la pubblicazione del relativo prospetto informativo - spiega - venne informata, a fine dicembre 2011, dell'esito delle tre ispezioni. Sulla base dei medesimi rilievi ispettivi vennero richiesti alla banca, ai
primi di gennaio 2012, interventi correttivi. L'emersione, nell'ambito di un'ispezione su un diverso intermediario, di
operazioni anomale a carico del Direttore generale, portò a richiedere alla banca, nel giugno 2012, di accelerare il
processo di identificazione del suo sostituto. Nel settembre dello stesso anno fu nominato un nuovo direttore generale". Nel novembre 2012 fu inviata una nuova ispezione per rilevare l'adeguatezza degli accantonamenti a fronte del rischio di credito; giudicato largamente insufficiente lo sforzo correttivo della banca, l'ispezione venne estesa nel marzo 2013 agli altri profili di rischio, concludendosi, nel settembre 2013, con un giudizio complessivo sfavorevole (6 in una scala da 1 a 6). La Consob ricevette informazioni sugli esiti ispettivi".
"Alla luce di una relazione interlocutoria degli ispettori il 27 agosto 2013 la Banca d'Italia, ricorrendo ragioni di assoluta urgenza al fine di assicurare la continuità della gestione aziendale, dispose la gestione provvisoria della banca; il commissariamento venne disposto il 15 ottobre 2013, per gravi perdite patrimoniali e gravi irregolarità".
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Corriere Adriatico