MILANO - Bankitalia ha dato il via libera e ora l'acquisizione delle tre 'good bank' da parte di Ubi passa alla fase esecutiva, con l'obiettivo di chiudere...
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L'offerta dovrebbe essere formalizzata entro fine mese e sulla falsariga di quella di Ubi dovrebbe prevedere la cessione di 500 milioni di euro di Npl e la preventiva ricapitalizzazione dell'istituto di Ferrara per 100-150 milioni da parte del Fondo di risoluzione. Cruciale per l'operazione sarà anche l'esito del piano di esodi volontari incentivati per i dipendenti Carife. Entro il termine del 19 gennaio dovranno aderire in 300. Tornando all'acquisto delle tre 'good bank', il closing è subordinato a un aumento di capitale da 450 milioni per le tre good banks mentre Ubi Banca varerà una ricapitalizzazione da 400 milioni, in modo da restare 'solidà, mantenendo già dal 2017 il rapporto tra il capitale a disposizione della banca e le sue attività ponderate per il rischio (il cosiddetto Common Equity Tier 1) sopra l'11% (la Bce ha fissato al 10% il requisito minimo).
Perchè si arrivi al closing Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti dovranno inoltre cedere circa 2,2 miliardi di euro di crediti deteriorati al Fondo Atlante. In dote le tre good bank portano 900 mila clienti, 14,2 miliardi di impieghi lordi, 18,5 miliardi di raccolta diretta e 7,5 miliardi di raccolta indiretta. Ubi ha stimato che l'acquisizione le permetterà di incrementare di oltre l'1% la quota complessiva di mercato, sia in termini di impieghi a imprese e famiglie sia in termini di raccolta diretta, e di elevare l'utile al 2020 da 900 milioni a 1,2 miliardi di euro. Tra i vantaggi per Ubi, anche la possibilità di sfruttare 600 milioni di crediti fiscali e di coprire aree geografiche in cui non è presente. I sindacati, però, temono un taglio del 30% dei 4.800 dipendenti delle tre banche, entro il 2020. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico