Variante Omicron, il virologo Menzo: «Potrebbe scalzare la Delta e sembra molto contagiosa. Vaccinare il più possibile»

Il prof Stefano Menzo, virologo di Univpm agli Ospedali Riuniti di Ancona
ANCONA - Professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali riuniti di Torrette e docente di Microbiologia alla facoltà di Medicina e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali riuniti di Torrette e docente di Microbiologia alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, la nuova variante Sudafricana ha fatto scattare più di un campanello d’allarme. Potrebbe scalzare la Delta?


«È troppo presto per dirlo. Hanno trovato alcuni casi in Sudafrica e hanno detto che sono diventati maggioritari, ma secondo il campionamento molto scarso che fanno là. Dobbiamo aspettare un po’ per capirlo meglio»

Natale con la mascherina, sarà di nuovo obbligatoria all'aperto da dicembre. Ai mercatini col Green pass.

 
È più contagiosa delle altre varianti?
«Così dicono alcuni scienziati che lavorano lì, ma per poterlo affermare con certezza bisogna vedere se prenderà piede in quel Paese a scapito della Delta in tempi rapidi. In Sudafrica non c’è solo il tema del più o meno contagiosa: la questione è un’altra».


Ovvero? 
«Deve superare l’immunità di gregge che si è creata non tanto per i vaccini – benché in Sudafrica si vaccini abbastanza – ma per le infezioni naturali, che si diffondono perché non vengono prese precauzioni come distanziamento sociale e mascherine. In Sudafrica – come nel resto del mondo – già da un po’ circolava la Delta, quindi questa nuova variante è in grado di infettare persone che hanno già avuto l’infezione da Delta».


Riesce dove la Delta non può più, insomma.
«Sì, il fatto che la superi come numero di contagi, non significa necessariamente che sia più contagiosa, ma magari che è in grado di fare cose che la Delta non poteva più fare perché trovava già la popolazione immunizzata. In ogni caso, è presto per ragionamenti di questo tipo perché il fenomeno è ancora giovane e di casi ne sono stati descritti pochi ed in maniera non troppo affidabile».


La variante Sudafricana dello scorso anno si era dimostrata la più refrattaria ai vaccini: rischiamo la stessa cosa anche questa “Sudafricana 2.0”?
«Quella dell’anno scorso era stata definita come la più refrattaria in assoluto, cosa peraltro strana perché aveva poche mutazioni rispetto al virus originale di Wuhan. Questa nuova, invece, ne ha molte. Il rischio è sempre quello: i vaccini danno un’immunità abbastanza potente, ma sono ancora mirati contro il vecchio virus di Wuhan, quindi sono un po’ limitati di fronte alle nuove varianti, inclusa la Delta».


L’Italia ha vietato l’ingresso da diversi Paesi dell’Africa australe: è una misura adeguata?
«Non è una cattiva idea. Si potrebbero adottare delle quarantene, come fanno altri Paesi. L’importante è non lasciare tutti allo stato brado come successo in passato».


Nelle Marche che varianti stanno circolando al momento?
«La Delta e le sue epigoni, di sottovarianti locali ne circolano diverse. Questo fenomeno della nuova variante in Sudafrica - se si dimostrasse più efficiente - sarebbe il primo di una variante in grado di scalzare la Delta».


Come si eradica questo virus?
«I virus tendono a selezionarsi per contagiare di più. Per fermare questo fenomeno, bisognerebbe vaccinare con un siero efficace contro la variante più attuale tutto il mondo contemporaneamente».


Un’utopia.


«Sì. Ma se vacciniamo arrivando il più vicini possibile al 100%, anche se non contemporaneamente, rallentiamo di molto la circolazione del virus e l’emergenza di nuove varianti».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico