I legumi si adattano al clima, studio Politecnica per migliorare alimentazione e stile di vita

I legumi si adattano al clima, studio Politecnica per migliorare alimentazione e stile di vita
ANCONA - Il Capodanno, col rituale consumo delle lenticchie beneauguranti, riaccende l'attenzione sui legumi. L'anno internazionale a loro dedicato dalla Fao sta...

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ANCONA - Il Capodanno, col rituale consumo delle lenticchie beneauguranti, riaccende l'attenzione sui legumi. L'anno internazionale a loro dedicato dalla Fao sta terminando ma anche nel 2017 queste proteine vegetali, le leguminose, saranno protagoniste di progetti per un futuro più sostenibile.


A partire dal progetto internazionale «Bean Adapt» che vede capofila l'Università Politecnica delle Marche che sta elaborando un enciclopedia globale per cercare il gene dell'adattabilità di queste piante che hanno imparato a crescere e ad adattarsi nei secoli ad ogni tipo di clima. Si è inoltre costituito il «Gruppo di Coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo sui legumi per l'alimentazione umana» che, dopo un convegno del 7 ottobre scorso a Palazzo Montecitorio per la promozione delle leguminose da granella che includono colture importanti come i fagioli, ceci, fave e lenticchie, ha coinvolto l'intera filiera fra cui i ricercatori, i produttori, i trasformatori, la distribuzione commerciale, consumatori e cittadini interessati.

L'obiettivo è quello di dare vita a un'azione efficace per la promozione della coltivazione e del consumo delle leguminose da granella e di organizzare un primo incontro nazionale allargato a tutti gli attori della filiera nel 2017. Il Gruppo di coordinamento si è dotato di un comitato organizzativo composto da Teodoro Cardi (Crea), Roberto Papa (Università Politecnica delle Marche), Andrea Sonnino (Enea) e Francesca Sparvoli (Cnr) e ha raggiunto oltre 170 adesioni fra i professori, ricercatori e tecnici di 21 Università italiane, 3 istituti del Cnr e 8 del Crea, includendo anche privati cittadini, aziende e rappresentanti di cooperative che operano nel settore agricolo, sementiero e agroalimentare.


Una iniziativa decisamente multidisciplinare a cui hanno aderito docenti e ricercatori appartenenti a discipline molto diverse, dalle scienze agrarie alimentari e biologiche (ad esempio la genetica, l'agronomia e le tecnologie alimentari), a quelle umanistiche (come l'antropologia culturale). «Solo uno sforzo multidisciplinare - concludono i promotori - potrà promuovere efficacemente la produzione e il consumo dei legumi insieme a quella cultura alimentare che è alla base dello stile di vita della dieta mediterranea». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico