Il questore Capocasa e le truffe senza fine: «Un fenomeno strutturale, sono delinquenti geniali»

Capocasa e le truffe senza fine: «Un fenomeno strutturale, sono delinquenti geniali»
ANCONA Un fenomeno strutturale, non legato ad un preciso momento, che si combatte con la sensibilizzazione e la prevenzione, ancor prima che con la pur indispensabile...

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ANCONA Un fenomeno strutturale, non legato ad un preciso momento, che si combatte con la sensibilizzazione e la prevenzione, ancor prima che con la pur indispensabile attività repressiva. È un «discorso culturale» per il questore di Ancona Cesare Capocasa, da sempre in prima linea per contrastare la piaga sociale delle truffe agli anziani. «Da decenni lavoriamo per arginare il fenomeno che purtroppo, come il bullismo e i femminicidi, è strutturale. Per questo cerchiamo di essere presenti in tutti i contesti in cui ci sono anziani, dalle chiese agli uffici postali, dalle parrocchie alle bocciofile: vogliamo essere loro vicini per portare in maniera diretta questo messaggio di prevenzione».

 

Agire prima che sia tardi

Ma come ci si difende dagli assalti dei truffatori? Il questore Capocasa adotta la filosofia anglosassone del keep it simple, ovvero restare sul semplice: «Due regole chiare, così da non confondere le idee». Numero uno: «Non aprire mai la porta di casa a chi non si conosce». Numero due: «Non parlare mai la telefono con chi non si conosce».

Consigli semplici e immediati «per evitare di cadere in truffe sempre più frequenti come quelle dei finti avvocati che chiamano riferendo di falsi incidenti occorsi a questo o quel parente», dettaglia il capo della questura dorica. Perché «dopo 10 secondi al telefono, è già troppo tardi, la trappola è scattata. Poi è difficile recuperare la refurtiva, che spesso ha un enorme valore affettivo. E gli anziani truffati subiscono un trauma e provano un grande senso di vergogna».

Per questo le denunce rappresentano solo la punta dell’iceberg, mentre c’è tutto un mondo di imbrogli e raggiri che resta sommerso. Ma non è una questione anagrafica: può capitare a tutti di subire una frode, anche perché «spesso si tratta di realtà criminali organizzate, con riferimenti in Campania - prosegue Capocasa - non semplici da intercettare. Sotto il profilo criminale sono geniali, ma distruggono le persone».

Il più delle volte i truffatori lavorano in batterie: «Nei momenti di maggior recrudescenza si riesce ad intercettarne qualcuna e il fenomeno rallenta, ma poi riprende. Per questo lavoriamo costantemente per arrivare un minuto prima. Con le baby gang ci siamo riusciti stando sul posto, facendo sentire la nostra presenza». Tra le iniziative messe in campo, la questura di Ancona, insieme a Confartigianato, ha realizzato e distribuito 20mila brochures con un vademecum anti-truffa: «Speriamo così di raggiungere quanti più anziani possibili, ma cerchiamo anche altre soluzioni - guarda avanti Capocasa - per prevenire le idee sempre nuove di questi delinquenti». E batterli sul loro stesso campo.

 

 

 

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Corriere Adriatico