Gnudi non cede sui no-vax, un nuovo post. L’assessore a Marche Nord: dirottare medici dai reparti al pronto soccorso

Umberto Gnudi non cede sui no-vax, un nuovo post. L’assessore a Marche Nord: dirottare medici dai reparti al pronto soccorso
ANCONA - Era solo questione di tempo. E che sia successo a Pesaro non è un caso. Lo sfogo sui social del primario del pronto soccorso di Marche Nord, il dottor Umberto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Era solo questione di tempo. E che sia successo a Pesaro non è un caso. Lo sfogo sui social del primario del pronto soccorso di Marche Nord, il dottor Umberto Gnudi da Bologna, è un pugno allo stomaco alla sanità marchigiana pressurizzata dalla quarta ondata e compressa dai budget esauriti dopo un altro anno sulle montagne russe della pandemia. Le reazioni fioccano a suon di like per il medico-eroe del primo Piave marchigiano contro il Covid (ricordate l’inferno di marzo 2020 proprio a Pesaro?). 

Il sì dell’Aifa alle dosi nella fascia 5-11 anni: Acquaroli esclude gli hub per i bimbi: «Dai pediatri o in ospedale»

 
La parole di mercoledì sera
«Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo e vi disprezzo - ha scritto il dirigente medico di Marche Nord mercoledì sera -. All’ennesimo caso di no vax positivo che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza!». Il giorno dopo, il secondo giorno di lavoro del nuovo capodipartimento Gozzini ad Ancona, la gestione complessa del caso è affidata al direttore generale di Marche Nord Capalbo e all’assessore Saltamartini. L’assessore ordina il silenzio sul tutta la linea, la manager di piazzale Cinelli si adegua e, come sempre, si adopera. Che Gnudi sia sotto pressione lo si sa da un pezzo: lo scorso febbraio al Corriere Adriatico dichiarava «che se risale la terza ondata la macchina generale può reggere ma medici e infermieri sono sotto pressione e rischiano di non reggere». Sui social è un diluvio di solidarietà per il medico, puntellato dal dissenso più o meno educato (eufemismo) dei no-vax, evidentemente senza memoria dopo quel che è successo lo scorso anno. Gnudi si è trovato costretto a limitare alcuni utenti; attivo con giudizio sui social e mai banale, è stato uno dei primi a denunciare il fenomeno del mercato liquido dei medici che lasciano 118 e pronto soccorso per migrare nelle più remunerative (e meno rischiose Usca). 


L’aggressione a inizio novembre


E lo stesso servizio di Gnudi a inizio novembre ha vissuto il terrore di un’aggressione nei locali dell’accettazione del San Salvatore di Pesaro. Quindi che si tratti di un reparto sotto pressione è fuori discussione. Per questo Capalbo per conto di Saltamartini, ha offerto solidarietà e fiducia da parte dell’azienda e della Regione ma anche qualche puntello concreto a Gnudi. Primo fra tutti quello di dirottare medici e personale supplementare dagli altri reparti per il pronto soccorso. C’è il problema della specializzazione per spostare un cardiologo o un neurochirurgo ma pare che Saltamartini non ne abbia voluto sapere. L’input è: sostenere il pronto soccorso. Nel dubbio, a metà mattina, Gnudi ha provato a chiarire: «Temo che la frustrazione con la quale ho scritto il post lo abbia reso irritante per chi ha idee diverse, e di conseguenza abbia fatto sì che se ne travisasse il messaggio. Sono medico di PS e 118 da vent’anni e in questi anni ho imparato che l’empatia, la buona parola, la compassione sono esse stesse cura, spesso altrettanto efficace dei farmaci. Ma non posso provare empatia per un atteggiamento distruttivo ed egoista quale è il rifiuto ideologico del vaccino. Vedere morire boccheggiando un anziano mi fa schifo, e quando nell’ambulatorio accanto il medico che sono curerà, in scienza e coscienza, l’autore del contagio, l’uomo che sono non potrà provare rispetto per lui». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico