Tfr in busta? Alle imprese costerebbe 133 mila euro

Tfr in busta? Alle imprese costerebbe 133 mila euro
ANCONA - Oltre 388 milioni di euro di cui 210 a carico delle 133.255 piccole imprese sotto i 9 dipendenti e 178 per le 7.351 aziende tra i 10 ed i 49 addetti. Sono questi i costi...

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ANCONA - Oltre 388 milioni di euro di cui 210 a carico delle 133.255 piccole imprese sotto i 9 dipendenti e 178 per le 7.351 aziende tra i 10 ed i 49 addetti. Sono questi i costi che dovrebbero affrontare le piccole e medie imprese delle Marche nel caso di trasferimento in busta paga del 50 per cento del Tfr di ogni dipendente. Uno sforzo immane, che coinvolgerebbe 141.706 imprese con 485.185 dipendenti di cui 262.513 occupati in aziende con meno di 9 addetti.




“In un momento di difficoltà finanziaria e di perdurante crisi di liquidità “commentano il presidente Cna Marche Gino Sabatini ed il segretario Otello Gregorini “sarebbe impensabile, per le nostre piccole imprese, far fronte a quest’obbligo. Dopo aver subito, soltanto nell'ultimo anno, una contrazione del credito erogato dal sistema bancario del 5,2 per cento, ora alle piccole imprese marchigiane verrebbe chiesto di erogare alcune centinaia di milioni di euro in anticipazione del Tfr. Significherebbe far chiudere migliaia di piccole imprese che stanno resistendo stremate da 6 anni di crisi e difendono in tal modo migliaia di posti di lavoro. Per i lavoratori il Tfr è salario differito, per le imprese un debito a lunga scadenza. Non si possono chiamare le imprese ad indebitarsi per sostenere i consumi dei propri dipendenti. Va inoltre sottolineato che il trasferimento di tutto il Tfr, o di una parte di esso, nelle buste paga significa azzerare la possibilità, per moltissimi lavoratori, di costruire una previdenza integrativa dignitosa”.



La decisione di trasferire parte del Tfr in busta paga colpirebbe il sistema produttivo marchigiano più di quello di ogni altra regione, perché nelle Marche le imprese sotto i 9 addetti sono il 94 per cento di tutte le imprese iscritte alle Camere di commercio e sono proprio loro a subire maggiormente la crisi di liquidità, al punto da rivolgersi ai Confidi per pagare tasse e tredicesime.



“Su un totale di 4.344 pratiche di finanziamento alle piccole imprese marchigiane eseguite nel 2013 da Fidimpresa Marche, il Confidi di emanazione Cna” precisano Sabatini e Gregorini “ben 3.887, pari all’84 per cento hanno riguardato richieste per finanziare la liquidità aziendale per 61,6 milioni di euro e solo il 16 per cento ha riguardato prestiti per scorte e investimenti. In una situazione del genere, chiedere alle aziende di anticipare il Tfr in busta paga azzererebbe anche quei pochi investimenti e sarebbe una catastrofe. Speriamo che il Governo lo capisca”.





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