Terremoto, la conta dei danni: 43 edifici out, 150 sfollati. Eseguiti 1.200 sopralluoghi

Terremoto, l’Adriatico trema ancora: 43 edifici out, 150 sfollati. Eseguiti 1.200 sopralluoghi
ANCONA Più le ispezioni dei vigili del fuoco allargano il campo, riuscendo a stare al passo delle scosse e delle richieste di sopralluogo, più si fa chiaro il...

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ANCONA Più le ispezioni dei vigili del fuoco allargano il campo, riuscendo a stare al passo delle scosse e delle richieste di sopralluogo, più si fa chiaro il panorama dei danni fatti dalla grande scossa di una settimana e dello sciame sismico che ne è seguito al largo della costa tra le province più a nord delle Marche. Sono al momento 43, bilancio aggiornato al primo pomeriggio di ieri e dunque parziale, gli edifici dichiarati inagibili dai vigili del fuoco: 23 in provincia di Ancona e 20 in quella di Pesaro e Urbino.

 

Ad Ancona ci sono un centinaio di sfollati, ospitati tra Palaindoor e strutture d’accoglienza, mentre a Pesaro i temporaneamente senza casa sono una quarantina. E le verifiche continuano. Dall’alba di mercoledì 9 novembre orso, quando una scossa di magnitudo 5.7 con epicentro in mare al largo di Fano ha svegliato di soprassalto mezza Italia, i vigili del fuoco hanno eseguito 1.197 tra sopralluoghi e verifiche di stabilità su palazzi storici e chiese, condomini, scuole e abitazioni, edifici pubblici e privati, nella stragrande maggioranza nel Pesarese e nell’Anconetano. Gli edifici che hanno riportato danni strutturali lievi sono per ora 747: la maggior parte (594) in provincia di Ancona, il resto (153) in quella di Pesaro Urbino.

Bilancio parziale

 

Il bilancio è ancora parziale. Sia perché i sopralluoghi sono ancora in corso, sia perché - come è normale dopo uno scossone di quella magnitudo (il più forte negli ultimi 92 anni nell’Adriatico centrale) - prosegue lo sciame sismico nelle Marche, con fremiti che arrivano dal mare al largo della costa pesarese e anconetana. Le scosse con magnitudo sopra 2, quelle avvertibili dalla popolazione più vicina all’epicentro, sembrano a diradarsi, con intervalli temporali un po’ più lunghi rispetto all’aftershock dei primi giorni. Ma poco dopo la mezzanotte di lunedì c’è stato un picco di magnitudo 3.5, con epicentro al largo della costa anconetana, avvertito con un certo spavento dai residenti del capoluogo, come dimostra il fermento proseguito fino a notte inoltrata sui social. Un’altra scossa, con epicentro al largo della costa pesarese, è stata registrata dai sismografi dell’Ingv con magnitudo 2.9.
 

 

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Corriere Adriatico