FIRENZE – Un accorato appello a non dimenticare, quello lanciato dal sindaco di Matelica Alessandro Delpriori, alla platea del F7 Cultura, in corso di svolgimento a...
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«Non sono qui per chiedere aiuto, anche se certo di soldi ne serviranno tanti per ricostruire, ma a chiedervi di non dimenticarci, di starci vicino. Rimettiamo in piedi una chiesa, salviamo gli affreschi e i rosoni, e restituiamo alle persone un luogo dove riconoscersi come comunità. Allora sapremo come ricostruire le nostre vite e il nostro futuro». Lo ha detto Alessandro Delpriori, sindaco di Matelica, comune devastato dal terremoto. «Sono stati mesi difficilissimi - ha aggiunto - e lo sciame sismico che ancora dura ci impedisce di programmare le nostre vite, rende tutto precario. Siamo fiduciosi per le promesse di ricostruzione che lo Stato ci ha fatto: ricostruiremo tutto dov'era e com'era. Ma per chi ricostruiremo? Se le persone non tornano, avremo borghi bellissimi ma vuoti». Il sindaco ha aggiunto che «recuperare il patrimonio artistico e culturale significa recuperare la nostra identità; significa rimettere in piedi il nesso tra territorio e passato per guardare al futuro. Le terre colpite dal terremoto nell'Italia Centrale sono le terre di San Francesco d'Assisi, di Benedetto da Norcia, di Giacomo Leopardi, di Enrico Mattei. Vogliamo ricostruire conservando la nostra identità. Solo così ci sarà un futuro per le nostre terre. Non ci dimenticate, state vicini a noi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico