Suicidio assistito, terza diffida all’Asur mentre Mario chiama il medico di Welby. L'assessore regionale chiede il parere all’Avvocatura

L'anestesista Mario Ricci
ANCONA - Ed è arrivata anche la terza diffida per l’Asur da parte dei legali di Mario, il 43enne marchigiano tetraplegico dopo un incidente stradale, che ha avviato...

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ANCONA - Ed è arrivata anche la terza diffida per l’Asur da parte dei legali di Mario, il 43enne marchigiano tetraplegico dopo un incidente stradale, che ha avviato l’iter per il suicidio medicalmente assistito. L’ingiunzione è scattata dopo il parere del Comitato etico regionale che nei giorni scorsi ha confermato la sussistenza dei quattro requisiti previsti dalla Corte costituzionale, ma allo stesso tempo non aveva potuto esprimersi in merito alla «metodica, il farmaco e le modalità di esecuzione», in assenza della relazione di verifica effettuata dai medici nominati dall’Azienda sanitaria regionale.

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La situazione
«Alla luce di questi ritardi ingiustificati e ostruzionistici rispetto al diritto di Mario alla verifica di tutte le condizioni necessarie per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita - sottolinea l’avvocato Filomena Gallo che è anche segretario dell’Associazione Luca Coscioni -, con i colleghi del collegio legale abbiamo provveduto ad inviare un’ulteriore diffida ad adempiere per mettere in mora l’Asur Marche affinché proceda alla verifica del farmaco idoneo e le relative modalità di esecuzione».

Per facilitare questa operazione il collegio legale ha nominato il dottor Mario Riccio come consulente medico di parte. «Il dottor Riccio è stato anestesista di Piergiorgio Welby - spiega l’avvocato - ed abbiamo allegato alla diffida la sua relazione completa di indicazioni sull’idoneità del farmaco indicato e la procedura. Si configurano ormai precise responsabilità per l’omissione dell’intera esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona. Omissione che determina un danno grave e irreparabile al signor Mario la cui situazione di salute e sofferenza in 15 mesi è aumentata».

Da parte sua, l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini ha chiesto un parere all’Avvocatura regionale: è questo l’ennesimo capitolo della vicenda, prima che Mario possa accedere legalmente alla morte medicalmente assistita.


Il passaggio


L’uomo, che muove solo un dito ed un polso, ha diffidato nuovamente l’Asur «ad effettuare come previsto dal Tribunale di Ancona in tempi brevissimi le dovute verifiche sulla modalità, la metodica e il farmaco idonei a garantire la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico