Clic. Centinaia di ragazzi con gli sguardi persi e le mani tra i capelli si muovono come automi nel piazzale della Lanterna Azzurra. Molti di loro non hanno le scarpe, perse nel...
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Clic. Il silenzio surreale dopo le strazianti grida di aiuto - che arrivavano da sotto la piramide di giovani ammassati l’uno sull’altro - viene spezzato dalle sirene delle ambulanze e delle forze dell’ordine.
Clic. Arrivano i parenti dei ragazzi, li cercano disperatamente tra i feriti, sparpagliati nei campi, seduti sui muretti infreddoliti e sotto choc.
Clic. Il rumore della pioggia non basta a soffocare l’urlo straziante di una mamma che riconosce la sagoma del figlio protetta da un lenzuolo bianco. Le mettono una coperta sulle spalle mentre si china ad accarezzarlo dolcemente, come stesse ancora dormendo e non fosse invece una delle sei vittime della strage. I fotogrammi di una tragedia ancora da mettere completamente a fuoco si susseguono in un time-lapse infinito dall’8 dicembre 2018. E ora che è passato un anno da quella notte, ci sono immagini che raccontano più di mille parole: arrivano dritte a scuotere le coscienze, a ricordare tutte le famiglie condannate al dolore eterno e quei cinque ragazzi, quella giovane mamma, che non possono essere morti invano. Ed è qui che le immagini tornano a parlare, con forza, rabbia, determinazione.
Clic. L’uscita di sicurezza, con la balaustra che è venuta giù in un attimo, trascinando nel vuoto decine di persone. Le scale alla fine del ballatoio, dove i giovani sono caduti uno sull’altro come birilli. Chi ha controllato la loro regolarità?
Clic. Sui tavolini della discoteca ormai deserta restano bottiglie di vodka vuote, bevande eccitanti, bibite di ogni tipo. Superalcolici in una festa organizzata per i licei. Chi doveva vigilare?
Clic. Lo spray al peperoncino della banda che ha scatenato il pandemonio per strappare qualche catenina dal collo dei clienti. Clic.
I biglietti che reclamizzano il dj set di Sfera Ebbasta, mai arrivato a Corinaldo. Chi restituirà pace a chi l’ha perduta quel giorno? Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico