ANCONA - Un arresto, due denunce e sequestri di armi sono il bilancio di una complessa operazione antibracconaggio condotta a cavallo delle province di Ancona e Pesaro e Urbino....
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Nel mirino del personale delle Stazioni forestali di Senigallia, Sassoferrato, Ancona, Pesaro, Cagl e Pergola, coordinato dalle Procure di Ancona e Pesaro sono finiti un uomo di Pergola di 66 anni, che è stato arrestato, e A. G., cinquantenne di Corinaldo e C. I., sessantaseienne di Monsano che sono stati denunciati.
Grazie a pedinamenti e appostamenti, durante una lunga attività di indagine durata sette mesi, i Forestali hanno finalmente sorpreso all’alba di lunedì a Marotta di Mondolfo due bracconieri mentre rientravano nell’autovettura con gli uccelli appena catturati, con una rete da uccellagione e con due richiami vivi. Fuggiti a bordo del loro veicolo, i bracconieri sono stati inseguiti dalle pattuglie della Forestale fino a Corinaldo e Pergola dove hanno subito le perquisizioni domiciliari.
Presso le loro abitazioni è stato quindi rinvenuto un vero e proprio arsenale illegale: due fucili clandestini maldestramente nascosti, altri tre detenuti illegalmente, oltre a 4.000 munizioni ed 1 kg di polvere da sparo non denunciati.
Complessivamente, a seguito delle perquisizioni, sono stati sequestrati 21 fucili, oltre 200 richiami vivi, richiami elettronici, lacci da cinghiale, trappole per la cattura di passeriformi e 2 scatole di anelli per l’inanellamento illegale di avifauna catturata, per un valore commerciale di circa 40.000 euro.
Per la guardia venatoria volontaria di Pergola, ormai bracconiere, noto nell’ambiente della caccia, è scattato quindi l’arresto presso la Casa Circondariale di Villa Fastiggi a Pesaro, prontamente convalidato dalla competente Autorità Giudiziaria. L’arrestato ha violato le norme sull’uso e la detenzione di armi, che prevedono, per chiunque detenga armi o canne clandestine, la reclusione da uno a sei anni.
Ai due bracconieri sono stati contestati anche i reati di uccellagione, maltrattamento di animali ed omessa custodia delle armi, mentre i richiami catturati venivano regolarizzati utilizzando anelli inamovibili forniti da un allevatore di uccelli di Monsano, anch’egli denunciato.
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