Sassoferrato, la Prefettura crea l’unità di crisi locale per velocizzare le opere nelle aree critiche

La Prefettura crea l’unità di crisi locale per velocizzare le opere nelle aree critiche
SASSOFERRATO - Una task force per ripartire. Su decisione della Prefettura ieri a Sassoferrato, in supporto al Coc-Centro operativo comunale, è stata costituita...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SASSOFERRATO - Una task force per ripartire. Su decisione della Prefettura ieri a Sassoferrato, in supporto al Coc-Centro operativo comunale, è stata costituita l’unità di crisi locale. Una ventina di vigili del fuoco con più mezzi per cercare di pulire il più velocemente possibile le strade dalle frane e liberare dai detriti ponti, ponticelli e l’alveo del Sanguerone, l’affluente del Sentino all’origine di quasi tutti i danni.

 

E ciò prima che arrivino altre piogge. «Il compito di questa unità di crisi – spiega il sindaco Maurizio Greci - è supportare l’operatività della macchina comunale ed intervenire su determinate zone critiche soprattutto alla luce di nuovi eventi atmosferici. Stiamo anche cercando di accelerare la pulizia delle strade, ostruite da tantissime frane per favorire la viabilità anche se ci sono situazioni attualmente impossibili da sanare». 


Gli accessi
Molti accessi di Sassoferrato verso il pesarese sono infatti ancora impraticabili. Il sentinate non è più collegato a San Lorenzo in Campo visto che la Provinciale 48 Cabernardi-Montelago non è più transitabile. Un ponte ha ceduto e manca un tratto di strada lungo circa una trentina di metri all’altezza del passo verso la località Felcine. Così come non c’è più l’accesso a Pergola via Cantarino e Bellisio Solfare. A Percozzone le acque hanno portato via il ponte. Sul fonte della viabilità interna non si accede più da Rotondo a Vallotica per colpa di una gigantesca frana a valle che ha trascinato l’intera carreggiata e diverse case dopo Piano di Frassineta non sono più accessibili con la scomparsa di alcuni ponticelli. Mentre il divieto di transito a Monterosso Stazione è temporaneo e per raggiungere Pergola si passa da Casamenetto. «Stiamo dando priorità anche alle persone e, quindi, ai quartieri che sono stati più colpiti» afferma Greci. Priorità alle case di Via Cagli sommerse dalle acque, al Mulino della Marena, alla via Decio Mure e all’area della Propoli e al ponte pedonale. Poi, ci sono alcune aree sorvegliate davvero molto speciali. Come la sponda destra del Sanguerone (lato Via Leopardi) e la sponda sinistra (Via Cesare Battisti) e più di tutto il piazzale del Santuario della Madonna del Cerro transennato dal 2016 per colpa del terremoto. Adagiato su una delle falde del Monte Rotondo, si trova a circa 600 m slm a picco sulla frazione Frasca due cento metri sotto. Custodisce una sorgente che, con la bomba d’acqua, si è trasformata in un fiume che, abbattendosi sulle case, ha portato con sé una valanga di sassi. Una squadra tecnica sta verificando la stabilità del muraglione che circonda il belvedere della Chiesa.

 

Sempre in quell’area, i Carabinieri Forestali del sentinate hanno liberato le strade di accesso a Rotondo, Cantarino e lo Schioppetto dagli alberi caduti e anche dai pali del telefono. Per il momento, sono una trentina gli sfollati a Sassoferrato, per la maggior parte ospiti di parenti ed amici. Due famiglie sono nella Residenza Creativa del Mam’s assistiti dai volontari della Croce Rossa di Sassoferrato. Mentre quelli del Gruppo della Protezione Civile Comunale si sono messi, da subito, a servizio della popolazione e con la pompa idrovora svuotano garage e scantinati. Ci sarà poi da portare a termine il lavoro di recupero delle numerose macchine trascinate via dalla furia delle acque. Solo dal piazzale dell’Officina meccanica Silvi sono sparite più di venti veicoli e molti si trovano in zone impervie. Come un’utilitaria, incastrata tra le rocce in fondo al burrone profondo 15 metri. Mentre la furia delle acque del torrente ha distrutto gran parte dell’agriturismo “Il Mulino”, sulla strada che collega Sassoferrato a Pergola. 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico