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ANCONA - Una razionalizzazione delle risorse che migliora la continuità assistenziale o un impoverimento del servizio che ha come conseguenza una maggiore mole di lavoro per i medici del 118, già fortemente sotto organico? Si accende la polemica sull’accordo per la riorganizzazione della guardia medica siglato martedì da Regione, Fimmg e Snami, con il Sindacato Medici Italiani, sul piede di guerra e pronto a dare battaglia, che lo definisce «un atto grave ed irrispettoso dell’accordo collettivo nazionale».
La prova
Ma procediamo con ordine. La rimodulazione prevede la sperimentazione di un modello di rete Hub/Spoke, con le singole aree vaste che definiranno una mappatura dei fabbisogni dei territori basata sulla determinazione degli accessi degli anni precedenti.
L’obiettivo
Un modo per non disperdere preziose risorse umane in turni di notte quando non è necessario, secondo Regione Fimmg e Snami, ma per lo Smi Ma, secondo lo Smi, si tradurrà in un depauperamento del servizio «Riteniamo inaccettabile questo accordo – attacca la segretaria regionale Fabiola Fini – che prevede la riduzione dell’impegno notturno dei medici di continuità assistenziale, dalla mezzanotte alle otto. Una continuità assistenziale che, dopo le 24, si limiterà, dove presente, a rispondere solo al telefono e, in caso di necessità, rinvierà ogni richiesta di intervento al 118, che già si trova in una situazione in estrema difficoltà organizzativa per coprire le emergenze territoriali a causa delle gravi carenze di medici. Cosa succederà per i cittadini dopo la mezzanotte sia nelle situazioni di urgenza che in emergenza, in particolare nelle patologie tempo dipendente?». Il sindacato ricorda inoltre come un precedente accordo sulle 16 ore fosse già stato osteggiato nel 2016 con una raccolta di oltre 50.000 firme. «L’accordo firmato martedì – prosegue Fini – propone di ridurre postazioni di guardia medica e di accorpare postazioni, con aumento del carico di lavoro, ma non è accettabile che l’orario operativo del turno sul territorio sia diverso da quanto previsto dall’accordo collettivo nazionale vigente. L’ operatività d’ intervento territoriale della continuità assistenziale deve essere garantita nelle condizioni di non urgenza e, se necessario, di urgenza, proprio come previsto eccezionalmente dall’Acn dalle 20.00 alle 8.00».
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Corriere Adriatico